Casorate, in ospedale spunta una biscia

Avvistato un "biacco", è una specie protetta e non si possono usare veleni: arrivano i dissuasori olfattivi

L'ospedale di Casorate Primo

L'ospedale di Casorate Primo

Casorate Primo (Pavia), 15 agosto 2019 - Rettili all’ospedale Carlo Mira di Casorate Primo. Un esemplare di “biacco” è stato avvistato nei giorni scorsi in un punto non utilizzato e lontano dagli ambienti che vengono frequentati dai pazienti. Lo Hierophis viridiflavus o “serpente del Ticino” è sicuramente il più noto tra i rettili che si trovano in zona. Non pericoloso per l’uomo, fugge rapidamente al minimo rumore e non è velenoso, ma può fare impressione anche perché spesso ha una mole non indifferente. Ed è sempre in movimento. Questo colubro, che facilmente si avvicina al metro di lunghezza, in effetti si sposta regolarmente nel suo territorio per procacciarsi il cibo o un partner per l’accoppiamento oppure per raggiungere la zona dove digerire, oppure cambiare pelle.

Nel periodo estivo, soprattutto nei giorni in cui il caldo si fa sentire maggiormente, quindi, può anche capitare che nei luoghi abitati accanto a zone di campagna, nelle ore del tardo pomeriggio e notturne, si possano incontrare dei rettili, alla ricerca di acqua per abbeverarsi. Trattandosi di specie protetta, non è possibile utilizzare esche avvelenate o tentare di sopprimere gli esemplari avvistati.

Di conseguenza la Asst che si occupa dell’ospedale di Casorate ha provveduto a posizionare dei dissuasori olfattivi (granulari o in gel) che allontanassero i rettili. Inoltre, per evitare queste sgradite presenze, è stato messo in atto, un intervento significativo di contrasto al problema che ha avuto luogo in due giornate della scorsa settimana e che proseguirà nei prossimi giorni, anche sfruttando le riduzioni di attività generate dal periodo festivo. In questo modo si pensa di poter catturare gli eventuali esemplari, preoccupandosi di re-immetterli in natura.

L’avvistamento del colubro arriva dopo il video girato nell’ottobre dell’anno scorso da un paziente nel quale si vedeva un topolino chiuso nel distributore automatico di vivande, mentre altri roditori si trovavano nei corridoi, nelle sale delle visite mediche, in cucina e nelle camere da letto. Quelle immagini fecero il giro d’Italia e arrivarono anche all’Asst che incaricò tempestivamente una ditta specializzata perché effettuasse la derattizzazione con tante scuse ai pazienti. Ma il personale medico e infermieristico del Carlo Mira si schierò in difesa della struttura ritenendo le condizioni igienico sanitarie dell’ospedale assolutamente nella media. "Siamo in campagna", dissero allora.