Caso Eitan, i legali del nonno al Riesame: "Non è stato sequestro"

Entro lunedì la decisione. Gli avvocati dei nonni materni hanno anche sollevato un "conflitto di interessi" della zia paterna del piccolo, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone

Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan (Ansa)

Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan (Ansa)

E' durata meno di mezz'ora la discussione davanti al tribunale del Riesame di Milano per discutere dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla procura di Pavia nei confronti di Shmuel Peleg, il nonno materno del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. I legali dell'uomo che vive in Israele, gli avvocati Paolo Sevesi e Sara Carsaniga, hanno contestato le accuse di sequestro di persona e sottrazione e trattenimento di minore all'estero. Sul fronte civile i legali dei nonni materni hanno avanzato una serie di istanze in due udienze ai giudici di  Pavia ponendo, tra le altre cose, la questione di un conflitto d'interessi di Aya Biran tra i suoi ruoli di tutore e di richiedente l'adozione: in quanto tutrice "è un gestore patrimoniale, ma non ha diritto di custodia".  I tre giudici si sono riservati e la decisione è attesa entro lunedì 22 novembre.

Altri  aspetti dell'istanza riguarderebbero le esigenze cautelari che giustificano, secondo il gip, l'ordinanza di custodia in carcere (non eseguita). L'ordinanza del gip Pasquale Villani riguarda anche Gabriel Alon Abutbul, "soldato di ventura" dell'agenzia di contractor statunitense BlackWater, che avrebbe aiutato Peleg a portare il piccolo a Tel Aviv. Domani, invece, scadono i termini del ricorso contro l'appello in corso in Israele, è l'ultimo atto della vicenda per decidere se il bambino debba rientrare in Italia in base alla Convenzione dell'Aja. I primi due gradi di giudizio hanno dato ragione alla zia paterna. Per l'1 dicembre gli avvocati dei due rami familiari dovranno depositare memorie di fronte al Tribunale per i minorenni di Milano, davanti al quale pende il reclamo contro la nomina della zia come tutrice (depositate anche due istanze urgenti).

Intanto il bimbo è in Israele con la zia, dopo due decisioni favorevoli da parte dei giudici israeliani, e i legali israeliani dei nonni hanno possibilità di fare ricorso alla Corte Suprema. La Procura generale di Milano ha chiesto l'estradizione dei due indagati, trasmettendo gli atti al Ministero delle Giustizia e si è aperta la fase del dialogo tra le autorità dei due Paesi.