Caro affitti e scuole fatiscenti Gli studenti scendono in piazza

L’aumento del numero delle matricole all’Università e gli effetti del post pandemia producono fame di alloggi

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"Senza alloggi non si studia": dopo aver ottenuto l’aula panino, gli universitari ieri mattina sono tornati in piazza perché con la ripresa delle attività in presenza, le richieste di stanze in città sono schizzate alle stelle e il mercato degli affitti è andato fuori controllo.

"È da settimane che veniamo contattati da studenti che trovano posto in una stanza doppia a costi elevatissimi - ha detto il segretario del Coordinamento degli studenti-Udu Alessandro Miceli -. Effetto dell’incremento delle immatricolazioni degli ultimi due anni a fronte di un’offerta rimasta sostanzialmente stabile. È cresciuto il fenomeno degli affitti brevi, ma c’è anche molta diffidenza dopo le esperienze negative vissute in periodo di Covid quando ci sono stati casi di morosità e in alcuni casi anche di abbandono selvaggio dell’alloggio. Di conseguenza i posti letto sono diminuiti".

Edisu, ma anche alcune imprese private stanno pensando di realizzare nuove residenze universitarie, nell’attesa gli studenti chiedono di abbassare gli affitti che oggi arrivano a 400 euro per una stanza doppia e 500 per una singola e soluzioni per il pagamento delle bollette. Accanto agli universitari sono scesi in piazza anche gli studenti medi che hanno manifestato sotto la sede della Provincia. "Ad aprile abbiamo presentato le nostre richieste: 10 punti fondamentali per una scuola sicura, sostenibile ed educante - ha spiegato Pietro Losio dell’Unione degli studenti che frequenta il liceo scientifico Copernico -. A settembre finalmente sembrava che ci stessero ascoltando: abbiamo fatto alcuni incontri, poi il vuoto". Edifici molto datati, altri più moderni nei quali la manutenzione è carente sono alcuni dei problemi che gli studenti lamentano, "Non vogliamo solo più aule - ha aggiunto Losio - vogliamo spazi per una scuola inclusiva". Caldaie che talvolta si bloccano e lasciano gli studenti al freddo. "Serve un piano di efficientamento energetico reale - ha aggiunto Cristiano Fiorentini del liceo scientifico Taramelli -, bisogna investire sulle caldaie e sulle pompe di calore per uscire dalla crisi economica e climatica che stiamo attraversando. Per farlo serve investire nelle comunità energetiche e nella mobilità sostenibile, anche a scuola". "Non ci interessa avere i poli dell’eccellenza nelle scuole se poi ci cadono in testa" ha proseguito Livia Ghiglia del Cardano. Al termine del presidio, i ragazzi hanno tenuto un’assemblea per mappare i problemi di edilizia delle scuole della provincia e hanno incollato sulle pareti degli edifici le loro richieste.

Manuela Marziani