Carcere, la “rivolta“ degli agenti "Basta, intervenite sulla direzione"

Manifestazione a Milano con attacco frontale: la gestione di questa struttura non ha precedenti

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di Stefano Zanette

I sindacati della polizia penitenziaria chiedono l’avvicendamento del direttore del carcere di Voghera. Ieri mattina s’è tenuta una manifestazione di protesta a Milano, presso il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per la Lombardia, organizzata dal Coordinamento unitario regionale delle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria (segreterie regionali riunite di Sinappe, Ussp, FsaCnpp e FpCgil). "Dopo più di un anno di segnalazioni agli organi interni del Dap – denunciano le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria – e una lunga attesa per un’attività ispettiva, in atto da sette mesi, di cui non si conoscono ancora gli esiti, le organizzazioni sindacali manifestano il proprio dissenso rispetto all’assenza di prese di posizione, concrete e visibili, nei confronti della direzione della casa circondariale di Voghera, la cui gestione dell’istituto non ha precedenti, in fatto di rispetto delle norme, delle relazioni sindacali e delle relazioni in genere".

Lungo l’elenco delle contestazioni, a cominciare dalla "violazione delle misure di prevenzione nei diversi Dpcm sull’emergenza sanitaria. Sono stati commessi abusi e gravi omissioni che hanno compromesso la prevenzione del Covid-19 all’interno del carcere, mettendo a rischio la salute dell’intera comunità". "La gestione dell’istituto e dei diritti è in declino", proseguono i sindacati della Penitenziaria, che aggiungono: "I procedimenti amministrativi vengono gestiti in modo assolutamente parziale. Inoltre, le azioni disciplinari sono aumentate, soprattutto nei confronti di chi si permette di manifestare il proprio pensiero e le relazioni sindacali sono limitate solo alle volontà del direttore, ovvero si tratta solo ciò che il direttore vuole o addirittura si chiudono accordi con appena tre organizzazioni sindacali su otto rappresentative del Corpo".

Con ripercussioni sul personale "non adeguatamente valorizzato", anzi "trattato con sufficienza". E ancora: "le norme e i vincoli in materia di sicurezza sul lavoro disattese disattese, nonostante gli obblighi, anche morali, imposti dalla pandemia". La protesta di ieri prosegue il percorso iniziato lo scorso 4 maggio col presidio davanti al carcere di Voghera e che continuerà il prossimo 18 maggio con un’ulteriore iniziativa già programmata che si terrà davanti alla Prefettura di Pavia.