Camera di commercio accorpata Il "no" unanime arriva in Regione

Sono 32 i firmatari dell’appello rivolto al governatore Attilio Fontana perché l’ente resti autonomo. Associazioni e imprese del territorio unite nel contestare il “matrimonio“ di Pavia con Cremona e Mantova

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di Stefano Zanette

"Ci proviamo, ci proveremo fino in fondo". Aldo Poli, presidente dell’Associazione commercianti di Pavia, è tra i 32 firmatari – lungo l’elenco di tutte le associazioni di categoria, ordini professionali e organizzazioni sindacali del Pavese – della lettera al presidente della Regione Attilio Fontana, consegnata ieri al commissario straordinario della Camera di commercio di Pavia Giovanni Merlino per contrastare l’accorpamento con Cremona e Mantova. Dopo innumerevoli ricorsi, le strade legali sembrano terminate e non resta che quella politica, in una fase delicata ma anche per questo forse non priva di possibilità.

"La Camera di commercio è delle associazioni – dice Merlino – e le associazioni sono le imprese alle quali devo sempre rispondere e per questo non solo inoltrerò la lettera al presidente Fontana ma anche ai parlamentari pavesi e alle istituzioni del territorio, compresa la Prefettura". Ieri nella sede camerale di via Mentana hanno simbolicamente preso la parola “solo“ cinque rappresentanti – Enea Vercesi per Cna, Aldo Poli per Ascom, Stefano Greppi per Coldiretti, Francesco Caracciolo per Assolombarda e Stefano Granata per la Cisl – tutti a sottolineare l’unità d’intenti collettiva, senza alcuna esclusione.

Un territorio unito, non arroccato a difesa di campanilismi, piuttosto a tutela di interessi soprattutto economici. Oltre a rimarcare l’anomalia dell’accorpamento senza contiguità territoriale e i costi aggiuntivi e le difficoltà che comporterebbe per le imprese la sede legale a Mantova, la lettera sottolinea "le differenti situazioni economico-patrimoniali-finanziarie degli enti, che vedono la Camera di Pavia essere patrimonialmente al 68% rispetto alle altre due insieme, ma finanziariamente avere il 134% di liquidità rispetto alle altre. Risorse del territorio pavese che potranno essere riallocate negli altri, con nostro depauperamento".

Ma cosa può fare la Regione contro l’accorpamento? La risposta nella richiesta conclusiva al presidente Fontana: "Prima di compiere gli atti amministrativi di competenza della Regione che modificherebbero in modo irreversibile l’assetto del sistema camerale in Lombardia, se anche Lei ritiene che l’aggregazione Pavia Cremona e Mantova non sia la soluzione migliore, Le chiediamo di esercitare tutta la Sua autorevolezza di presidente della Regione motore economico del Paese per addivenire a una soluzione più convincente, che assicuri che anche in provincia di Pavia la Camera resti il motore di sviluppo locale del proprio sistema socio-economico".