Pavia, l'ex marito di Barbara Pasetti: "Forse ho rischiato di fare la fine di Gigi Bici"

Si sente un sopravvissuto Gian Andrea Toffano: "Ho saputo dell'esistenza di Criscuolo solo quando è sparito"

Migration

Pavia - Si sente quasi un sopravvissuto Gian Andrea Toffano, ex marito di Barbara Pasetti, la fisioterapista 40enne di Calignano, frazione di Cura Carpignano, finita in carcere per l’omicidio di Luigi Criscuolo. "Il signor Criscuolo è morto, ma forse ho rischiato anch’io di fare la stessa fine". Da quanto emerge dall’inchiesta, infatti, la donna accusata di tentata estorsione e indagata anche per omicidio e occultamento di cadavere avrebbe chiesto a Gigi Bici di dare una lezione all’ex marito, sostenendo che l'uomo la picchiasse. "Quando ho saputo dalla stampa che Criscuolo sarebbe stato assoldato per 'sistemare' me – aggiunge Toffano – il mondo mi è caduto addosso. Dal primo giorno di fidanzamento fino alla separazione non c’è stato un solo giorno in cui io abbia alzato un dito su Barbara".

L’ex marito della fisioterapista sostiene di non aver mai conosciuto Gigi Bici e d’aver saputo della sua esistenza solo quando è sparito, l’8 novembre. "È stata la mia ex moglie a parlarmene in una delle nostre telefonate, dicendomi che c’era uno spiegamento di forze notevole, mancava solo che cercassero Criscuolo con gli elicotteri. Il 20 dicembre, giorno del ritrovamento, con un messaggio mi ha comunicato di trovarsi in Questura per essere interrogata e quindi mi ha raccontato quanto accaduto". 

Secondo quanto aveva sostenuto Barbara Pasetti, era stato il figlio a trovare il cadavere giocando a pallone nel giardino, mentre in un’intercettazione il bambino avrebbe detto alla madre che era stata lei a mostrarglielo. E pure Toffano ha visto il cadavere di Gigi Bici: è stata Barbara a inviargli la foto scattata prima del ritrovamento. "Barbara ha sempre nutrito una passione, da me non condivisa, per i film horror – fa notare l’ex marito – Quando mi ha inviato l’immagine tramite whatsapp era sgranata, si vedeva che era un cadavere, ma non ci ho fatto particolarmente caso. Sarò anche un ingenuo, ma non ho collegato neanche dopo il ritrovamento del corpo. Ho stampato la foto e gliel’ho fatta avere. Non ascoltavo attentamente ciò che diceva e non l’ho fatto neppure quanto mi ha detto quella frase intercettata: 'Andrò all’inferno perché ho fatto uccidere un uomo'. Quando poi il 20 gennaio è stata arrestata, in primo momento mi sono soffermato solo sull’omicidio Criscuolo, poi ho appreso anche del ruolo che l’uomo avrebbe avuto nella vicenda".

"Il mio cliente non è un complice – sottolinea l’avvocato Marco Biancucci del Foro di Milano – bensì una vittima".