Pavia, bus pieni: gli studenti restano a piedi

Mezzi troppo affollati per caricare altri passeggeri: niente scuola per alcuni

Autobus (foto repertorio)

Autobus (foto repertorio)

Pavia, 15 gennaio 2019 - Niente pullman e niente scuola. Un gruppetto di studenti ieri mattina non è riuscito a salire sull’autobus che li doveva portare a Pavia dove si trovano gli istituti superiori che frequentano. E’ stato lasciato a terra da due mezzi di Autoguidovie, troppo affollati per poter caricare altri passeggeri. Come si legge sul sito internet «Non è consentito salire sull’autobus se è già stato raggiunto il numero complessivo massimo di passeggeri previsto dalla carta di circolazione del veicolo». Quindi l’autista si è attenuto alle regole.

Il problema è che i mezzi non bastano e i ragazzi sono stati costretti a tornarsene a casa. Così quanti non avevano un genitore che potesse portarli a scuola, hanno perso un giorno di lezioni. «Questo non è un servizio pubblico - sbotta la madre due ragazze rimaste a piedi -. Ieri mattina le mie figlie si sono alzate prima del solito per andare a prendere il pullman. Sono rimaste mezz’ora alla fermata di viale della Libertà ad aspettare l’arrivo del mezzo pubblico. Quando è arrivato il primo pullman ha fatto salire cinque ragazzi, di più non poteva. «Provate a vedere se quello che arriva vi può caricare» ha detto l’autista. Sono rimaste in speranzosa attesa dell’altro mezzo, che però quando è passato davanti alla fermata non si neppure arrestato, è andato dritto. Di conseguenza le mie figlie sono tornate a casa, ma mio marito è fuori dall’Italia per motivi di lavoro, io sono a letto con l’influenza e così le mie figlie hanno perso un giorno di scuola. A questo punto mi chiedo, ma se mio marito e io lavorassimo lontani da Pavia, le nostre figlie non potrebbero godere del diritto allo studio?».

Come accaduto alle due ragazzine altri studenti ieri sono stati costretti a tornarsene a casa, dopo un’inutile attesa alle fermate di viale della Libertà a Marcignago, a anche tutte le altre fino ad arrivare all’autostazione di viale Trieste. Eppure questi potenziali passeggeri si erano procurati un biglietto. «Abbiamo acquistato on line i biglietti che devono essere esibiti al conducente - prosegue la mamma - non sono un’ingente somma, ma non capisco per quale motivo noi si debba pagare per non avere un servizio. Già il mese scorso le mie figlie erano rimaste a piedi una mattina. In quel caso, però, io stavo bene e le ho portate a scuola. Ieri proprio mi era impossibile». In una città in cui dall’inizio dell’anno per 5 volte è già stato superato il livello di Pm10, forse costringere i genitori a raggiungere Pavia in auto, quando vorrebbero fare una scelta ambientalista, non è molto lungimirante.