Pavia-Broni, la strada del vino fa acqua: disagi lungo l'ex Statale 617

Il viaggio sulle arterie critiche continua nella Bassa

Cartello stradale con limiti per mezzi pesanti

Cartello stradale con limiti per mezzi pesanti

Pavia, 26 maggio 2019 - Il viaggio de “Il Giorno” lungo i collegamenti più difficoltosi della Lombardia fa tappa nella Bassa, tra Pavia e Broni. La ex Statale 617, ora strada provinciale, viene chiamata “stop and go” (vai e ti fermi) perché, lungo i suoi 13,6 chilometri, spesso ti trovi fermo. Viene soprannominata anche la “strada del vino” perché il suo tracciato tocca le vigne dell’Oltrepò. Eppure, anche se può sembrare un paradosso, organizzare una visita per una comitiva può essere un problema, visto che i pullman non possono transitare sul ponte della Becca per deficit strutturali, tra la rabbia degli amministratori del territorio addetti al turismo. Senza dimenticare le difficoltà dei pendolari che si spostano ogni giorno. 

In gergo tecnico è definita “stop and go” (vai e ti fermi) perché, lungo i suoi 13,6 chilometri del tracciato, non è raro doversi fermare più volte. In maniera più “romantica”, invece, strada del vino. È la ex Statale 617, ora strada provinciale, domani si vedrà perché era nell’elenco di quelle che dovrebbero passare all’Anas. Collega Pavia a Broni e con diramazione verso Stradella. Qui transitano 18mila veicoli al giorno: e pensare che non possono passare i mezzi pesanti perché, per deficit strutturali, il ponte sul Po, alla Becca, è off limits.

Da almeno 60-70 anni non c’è progetto per il rilancio dell’Oltrepò vitivinicolo che non punti sul mercato e sugli enoturisti di Milano e dintorni. «Ma è pura utopia, come possiamo pretendere che sia così se non possono neppure arrivare i pullman o ci sono frequenti intoppi?» fa sapere il vicesindaco e assessore al turismo del comune di Mezzanino (uno dei due terminali del ponte della Becca), Silvia Bernini. «È una strada con tante criticità – aggiunge Fabrizio Cavaldonati, presidente del comitato per il ponte della Becca – oltre al ponte la cui larghezza è stata recentemente ridotta con la posa di guardrail, è pericoloso il transito negli abitati di Tornello (Mezzanino), Albaredo Arnaboldi e Campospinoso». Non è un caso che, a parte il primissimo tratto da Pavia sud alla rotatoria per Linarolo e San Leonardo con il limite a 70 chilometri orari, per il resto si scende a 50 chilometri orari e sul ponte a 40. «Le code si formano con estrema frequenza sul ponte– aggiunge Cavaldonati – perché bisogna passare gli sbarramenti o la sede stradale è talmente stretta che non è semplice sorpassare anche un ciclista».

Insomma, un conto è dire e ripetere al “milanese” che, ad un’ora di distanza da casa, ci sono le colline dell’Oltrepò che non hanno nulla da invidiare al Chianti, un altro conto è che, in realtà, il tempo di percorrenza può anche raddoppiare. Lo stesso vale per i pendolari, che quotidianamente viaggiano in auto, anche per i continui (necessari a seconda dei punti di vista) lavori in corso, il traffico è ulteriormente rallentato: ora riguardano il ponte (fino al 15 maggio, senso unico alternato di notte) e un tratto alle porte di Broni (fino al 31 maggio). Per non parlare dei pilomat anti Tir spesso fuori uso o le telecamere distrutte. «La vera immediata esigenza per la sicurezza – fanno sapere le battagliere assessore di Mezzanino, Silvia Bernini e Arianna Lanzarini – è una rotatoria prima del ponte della Becca, lato Mezzanino per consentire ai Tir che, ignorando o non capendo (scritti solo in italiano) i cartelli, arrivano sin qui, ma non possono passare. E sono costretti, a rischio enorme per gli automobilisti, a fare retromarcia, in curva, anche con la nebbia in inverno, per 200-300 metri.