"Broni amianto zero": l’Avani torna alla carica

L’associazione vittime rilancia l’obiettivo: sono 800 i tetti da bonificare. E a Stradella manca un censimento ma il problema è grave

 Silvio Mingrino, presidente vittime dell'amianto

Silvio Mingrino, presidente vittime dell'amianto

Broni (Pavia), 29 novembre 2020  - Obiettivo "Broni, amianto zero". Lo rilancia, in modo evidente, l’Avani, l’associazione nazionale vittime amianto presieduta da Silvio Mingrino che ricorda: "Dal 2008 l’’ultima domenica di novembre abbiamo sempre fatto celebrare una Santa Messa a suffragio delle vittime dell’amianto. Purtroppo - aggiunge Mingrino - in quest’anno così particolare causa Covid-19 non è possibile celebrarla.

L’Avani e tutti gli associati, rivolgono, tuttavia, una preghiera in ricordo di coloro che hanno, a loro insaputa, sacrificato la vita e in questo momento così particolare, ricordiamo anche le vittime di questa pandemia, e ringraziamo medici nfermieri dell’ospedale Broni-Stradella." Ma se l’emergenza Covid è in primo piano, quella dell’amianto, purtroppo, non è ancora superata. Broni è, da anni, epicentro del problema: tante (forse troppe) le vittime di malattie, come asbestosi, dal decorso irreversibile anche se, come era stato previsto dagli esperti, l’amianto e le sue conseguenze non conoscono i confini comunali. Non a caso adesso il problema è evidente e grave anche altrove: ad esempio a Stradella. Se la bonifica degli ex siti industriali di Broni è a buon punto (la ex Fibronit a due terzi dalla conclusione della bonifica), una delle prossime sfide riguarda l’amianto negli edifici privati. A Broni che ha chiesto di diventare, come perimetro comunale, area di interesse nazionale, sarebbero 800 i tetti da ripulire" equivalenti a 100mila metri quadrati. I tre milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Ambiente quindi potrebbero non bastare. A questi si aggiungono altri 300mila euro messi dal comune.