"Bene indagare ancora per contestare l’omicidio"

La richiesta di proroga sulla morte di Youns accolta favorevolmente dai legali dei suoi familiari

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di Nicoletta Pisanu

La richiesta di proroga delle indagini avanzata dalla Procura di Pavia al gip sul caso della morte di Youns El Boussettaoui, il 39enne ucciso il 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera dall’ex assessore comunale alla Sicurezza Massimo Adriatici, è stata accolta in modo positivo dai legali dei familiari della parte offesa.

"La nostra reazione alla proroga è positiva – commenta l’avvocato Marco Romagnoli, che con Debora Piazza assiste i parenti di El Boussettaoui – perché considerando la linea d’ombra aleggiata sull’inchiesta, una proroga può sicuramente portare a fare maggiore chiarezza. Ci si augura che i punti da chiarire vengano ora approfonditi". Per il legale "accertare la realtà dei fatti non può che condurre alla contestazione del reato di omicidio e del porto di munizionamento vietato".

Adriatici al momento è indagato per il reato di eccesso colposo di legittima difesa, la posizione dei legali dei familiari è che si trattasse di omicidio e che i proiettili utilizzati dall’ex assessore con la sua calibro 22 fossero in realtà munizioni vietate: "Noi stiamo continuando le nostre attività di accertamento a sostegno delle nostre posizioni, informando l’autorità giudiziaria", aggiunge Romagnoli. Il termine per le indagini sarebbe stato tra pochi giorni, considerando sei mesi dall’omicidio più agosto in cui vige la sospensione feriale dei termini, ma la legge consente di richiedere sei mesi di proroga.

La difesa di Adriatici ha accolto in modo neutro la proroga: "Evidentemente il pm ritiene di dover fare ulteriori accertamenti ed è giusto a garanzia di tutti che chieda la proroga. Potrebbe anche decidersi per una piena legittima difesa, tutto può accadere – commenta il difensore Gabriele Pipicelli, che assiste l’ex assessore con Colette Gazzaniga – Il proiettile inoltre non si è espanso, come confermato nella perizia del Ris, non è dato comprendere come possa ritenersi che avesse una maggiore lesività. Da parte nostra gli elementi già raccolti nelle perizie e negli incidenti probatori portano a ritenere che non ci siano ragioni per arrivare a modificare in senso peggiorativo il capo d’accusa provvisorio".