Bambine e giovani in difficoltà, un regalo speciale

Una palestra con attrezzi ginnici per le ospiti della Casa Cambiagio. Saranno seguite da un allenatore

Una casa dove le ospiti sono unite grazie dallo sport. La Casa Benedetta Cambiagio, centro di accoglienza per bambine e giovani donne in situazione di abbandono, di maltrattamento o di emarginazione, ha ricevuto uno speciale regalo di Natale: tanti nuovi attrezzi ginnici come cyclette, tapis roulant, un vogatore, racchette per giocare a tennis e tappetini per lezioni di yoga ed esercizi a corpo libero per fare attività fisica. La palestra per fare attività fisica senza andare in palestra è stata acquistata grazie al contributo di Fondazione Comunitaria e questo non sarà l’unico dono. In accordo con la Canottieri Ticino, un’ora ogni settimana all’interno della struttura di via San Giovanni in Borgo sarà presente un allenatore, che guiderà le ragazze nelle varie attività. "Fare sport fa bene a se stessi, ma fa bene anche al gruppo – ha detto Lorenzo Schieroni l’allenatore della Canottieri –, si impara a stare insieme e a condividere obiettivi e risultati. I nostri soci hanno aderito con entusiasmo, partiamo garantendo la presenza di un personal trainer un’ora a settimana, ma speriamo di poter presto ampliare l’offerta". "Lo sport unisce, siamo felici di iniziare questo nuovo progetto che accrescerà il benessere psico-fisico delle nostre ragazze", ha aggiunto Daniela Naita, direttrice educativa della Casa. La struttura, durante la pandemia non ha potuto accogliere molte ragazze. "È la prima volta che vedo Casa Cambiagio così piena di persone, sono molto contenta di essere qui e so di parlare a nome di tutte", ha sottolineato una delle ospiti.

"Finalmente torniamo a festeggiare tutti insieme", ha sottolineato il presidente di Casa Benedetta Cambiagio Paolo Bresciani, accogliendo il vescovo Corrado Sanguineti che ha benedetto gli attrezzi e celebrato la messa in cappella, il sindaco Fabrizio Fracassi e l’assessore ai servizi sociali Anna Zucconi oltre al presidente della Fondazione Comunitaria Giancarlo Albini. M.M.