Badante "Dea" uccisa, la Cassazione conferma: 25 anni all'ex assessore di Chignolo Po

Franco Vignati e Lavdijie Krujia avevano avuto una relazione. Per gli inquirenti lei era stata freddata a Orio Litta e gettata nel Po, dove fu ritrovata. La sorella: "Finalmente la verità"

Lavdije Kruja

Lavdije Kruja

Miradolo Terme (Pavia), 18 febbraio 2022 - La Corte di Cassazione ha confermato a 25 anni la condanna per Franco Vignati, ex assessore leghista alla Cultura a Chignolo Po, per l'omicidio della badante albanese quarantenne Lavdije Kruja, da molti conosciuta come "Dea", con la quale aveva avuto una relazione. La donna - madre di due figli e residente a Miradolo Terme - era stata ritrovata morta nel Po pochi giorni dopo la scomparsa, avvenuta la mattina del 30 maggio 2016.

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Stradella e della Procura di Lodi avevano ricostruito che il giorno della scomparsa la vittima e il suo ex si erano incontrati a Orio Litta, nel Lodigiano, dove si ritiene fosse stata uccisa, con un colpo d'arma da fuoco alla testa, e buttata nel fiume. In quelle stesse ore, Vignati, per i giudici, avrebbe avuto con sé la sua pistola, legalmente detenuta. Per la difesa che si è vista respingere il ricorso dai giudici di Roma si è, comunque, trattato di un processo solo indiziario e Vignati si è sempre dichiarato non colpevole ma senza essere creduto dai giudici. In primo grado era stato condannato all'ergastolo, in Appello a 25 anni.

"Sono sollevata perché finalmente è finito processo. Perché finalmente si sa la verità e nessuno potrà più mettere in discussione la colpevolezza dell'uomo che diceva di amare mia sorella per poi, invece, toglierle la vita", le parole di Giulia Kruja, sorella di Lavdije, che tutti i giorni si reca al cimitero a trovare la sorella. "Nessuno potrà restituirgliela - spiega il suo avvocato Diego Guarnieri -. Ma io stesso mi sento di dire che sono soddisfatto che sia stato stabilito, una volta per tutte, chi è il colpevole. Ora Lavdije può riposare in pace".