Pavia, l’auto ecologica prigioniera delle carte

Davide Berruti e l’idea dei mezzi storici trasformati in elettrici: "Ma si passa per l’estero"

 Davide Berruti

Davide Berruti

Pavia, 23 aprile 2019 - Le auto del passato si trasformano in auto del futuro sotto le mani di Davide Berruti. Attento ai temi ambientali e appassionato di motori, Berruti, 59 anni, responsabile tecnico della Alsiber di Sant’Alessio con Vialone che si occupa di progettazione e realizzazione di impianti elettrici in ambito industriale e terziario, ha sposato i suoi due amori: l’elettricità e le automobili. Da questo matrimonio è nato il retrofit elettrico delle auto d’epoca. «Acquisto auto storiche – racconta Berruti – poi compro il motore elettrico e lo sostituisco. In pratica aggiunto nuove funzionalità a un sistema vecchio».

Quanto le costa la trasformazione?

«Complessivamente costa circa 10mila euro. Molto dipende dalle batterie e dai chilometri che si intendono percorrere con l’autonomia che garantiscono le batterie. Io smonto delicatamente il motore e il serbatoio, li sistemo su uno scaffale in luogo asciutto e pulito. Quindi costruisco un giunto per motore elettrico e albero e cambio. Non è molto complicato, è piuttosto costoso».

Possiede un ricco parco auto?

«Ho una Balilla del 1935, una Fiat 600 Multipla del 1963, quella che a Milano e non solo veniva usata come taxi, e due Topolino del 1953. Ho acquistato anche due furgoncini Volkswagen T1 che potrebbero essere impiegati per uno scopo turistico».

Come vorrebbe impiegarli a scopo turistico?

«È un’idea che mi è venuta: a Firenze o a Roma i turisti vengono portati in giro per la città in carrozza trainati dai cavalli, a Pavia potremmo portarli in giro per le vie del centro a bordo di furgoncini elettrici nel rispetto dell’ambiente».

Con le auto storiche che lei possiede partecipa ai raduni per appassionati?

«Certo che partecipo. Il problema è che in Italia l’omologazione è un’operazione complessa. O si fa il giro passando da un Paese europeo o devo cambiare la targa. Purtroppo, però, cambiando la targa l’auto perde metà del suo valore. Che senso avrebbe la mia Balilla con la targa nera CO 25500, se ne mettessi una bianca moderna? Perderei il libretto di circolazione, quello della prima immatricolazione, e la valutazione storica. Eppure le mie auto oggi sono elettriche, ma domani potrebbero tornare ad avere il loro motore a scoppio, perché conservo tutti i pezzi originali gelosamente custoditi in garage».

Se rischia di perdere il valore storico delle sue auto perché le ha trasformate in elettriche?

«Per una questione etica. Non potevo accettare di circolare e vedere quel fumo nero uscire da tubo di scappamento. O lasciavo le mie auto storiche ferme o facevo qualcosa. Così sono arrivato al retrofit. Non tocco nulla della carrozzeria, cambio soltanto il motore perché ho a cuore l’ambiente e l’aria che tutti respiriamo. Se anche altri facessero la mia stessa scelta, avremmo un’aria migliore. Credo che la soluzione del futuro sia questa».