
di Carlo D’Elia
La porta d’ingresso è chiusa ormai da mesi e lo resterà ancora a lungo. Una scelta dolorosa, ma che l’Asp (Azienda servizi alla persona) Valsasino di San Colombano rivendica con forza. A confermarlo sono i numeri: la struttura situata tra le colline banine è una delle poche realtà per anziani del territorio a non essere stata travolta dall’emergenza Covid. In totale l’Azienda gestisce 130 ospiti residenti (70 per la Rsa e 60 per Cure intermedie), a cui si aggiungono un altro centinaio di operatori, uno spazio per Servizi riabilitativi e una scuola d’infanzia paritaria. Una struttura complessa dove il virus, nonostante i mesi durissimi della pandemia, soprattutto nella prima ondata ha fatto pochi danni rispetto a tante altre realtà del Lodigiano. Cinque le vittime registrate tra i 70 anziani ospiti della Rsa, tutti nella prima ondata. E il virus non ha fermato neppure medici, infermieri, assistenti, impiegati. "Le assenze per malattia tra il personale? Fisiologiche ed entro i limiti stagionali". Risultati incoraggianti, frutto di alcune scelte prese dalla direzione generale. "A febbraio, quando sono arrivate le notizie dei primi contagi, abbiamo capito la dimensione del pericolo a cui sarebbero state esposte le Rsa e abbiamo adottato i provvedimenti necessari in anticipo sulla pubblicazione dei decreti", racconta Maria Serena Lena Cota, direttore generale dell’Asp Valsasino di San Colombano, che aggiunge: "Subito abbiamo stabilito modalità di comunicazione a distanza con le famiglie degli ospiti, messo a disposizione del personale dispositivi di protezione individuale e sospeso tutte le visite all’interno della struttura". Il tono di Maria Serena Lena Cota non è quello di chi ha vinto una battaglia, ma di chi sta ancora combattendo nonostante la campagna di vaccinazione avviata nelle ultime settimane. "Siamo Covid free dal 23 dicembre scorso, ma i casi nella seconda ondata sono stati pochissimi - spiega il direttore generale -. Abbiamo retto all’emergenza, ma non è finita. Per questo non valutiamo riaperture. È una scelta dolorosa, che le videochiamate con i parenti riescono ad alleviare solo in parte. Alle famiglie è stato concesso di poter vedere i propri cari attraverso la vetrata esterna. Per il momento non possiamo fare altro".
In quasi un anno di pandemia la fiducia nei confronti della Rsa non è mai venuta meno: i posti letto nelle Cure Intermedie sono quasi completamente occupati e all’interno della residenza per anziani mancherebbero sono solo tre i posti al momento non occupati. Numeri che fanno ben sperare per il futuro sotto il profilo economico, finanziario, gestionale, soprattutto perché il sistema sembra aver retto allo tsunami. E che hanno convinto la struttura ad assumere un nuovo responsabile medico per coordinare tutta l’attività. "Dobbiamo riconoscere a tutto il personale della struttura una grande professionalità", conclude il presidente dell’Asp, Mauro Steffenini.