Affari sporchi col vino dell'Oltrepò, l’ex maresciallo: mi hanno frainteso

Pavia, la cancelliera invece non ha risposto al Gip

Il tribunale di Pavia

Il tribunale di Pavia

Pavia, 20 dicembre 2016 - La cancelliera non ha risposto al Gip, l’ex maresciallo ha dato invece la sua versione dei fatti. Si è difeso raccontando che la vicenda non si è svolta così come descritto nelle carte giudiziarie. Maria Caiazzo, 64 anni, e Federico Piatesi, 55 anni, ieri mattina sono comparsi davanti al giudice per sostenere l’interrogatorio in seguito al loro arresto di giovedì. Come gli altri due arrestati, Raffaele Maldarelli, 66 anni, e Marco Gatti, 49 anni, impiegato della Soprintendenza di Milano, sono indagati per induzione indebita a dare o promettere utilità, Caiazzo anche di rivelazione di segreto d’ufficio. Sono accusati di aver ideato un piano per farsi dare denaro dalle persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sulla cantina Terre d’Oltrepo a Broni, che ad aprile portò all’iscrizione di quasi trecento persone nel registro degli indagati per la presunta frode commerciale del Pinot spacciato per doc quando in realtà non lo era. Caiazzo, Piatesi e gli altri avrebbero promesso favori giudiziari, come sconti di pena in caso di condanna, ad alcuni indagati in cambio di ingenti somme di denaro, che però gli inquisiti si rifiutarono di versare. La cancelliera al momento rimane in carcere ai Piccolini di Vigevano. In questi giorni sarà probabilmente sentita dal pm Paolo Mazza: «La scelta di non rispondere al giudice è stata determinata dal fatto che non ci siamo potuti confrontare prima», ha spiegato l’avvocato difensore della donna, Marco Casali. Il Gip infatti aveva disposto che i quattro arrestati non incontrassero i difensori fino al giorno dell’interrogatorio. Per lei non è stata presentata istanza di scarcerazione, provvedimento che potrebbe venir richiesto qualora la donna parlasse al pubblico ministero. Ha invece parlato l’ex maresciallo Piatesi, per oltre mezz’ora. Ha fornito la sua versione dei fatti, negando di aver messo in atto un tentativo di carpire denaro agli indagati e affermando che la chiave di lettura delle intercettazioni non fosse quella riportata nei documenti d’indagine, ha sostenuto che la vicenda non fosse andata così come interpretata dagli inquirenti. Al momento anche lui rimane in carcere.  Ha parlato anche Gatti, che invece si è dichiarato estraneo alla vicenda: «Ha negato ogni addebito, spiegando di essere venuto a conoscenza della tresca solo quando ha ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare», ha raccontato il suo legale difensore Mauro Alciati. L’avvocato ha presentato istanza di scarcerazione, chiedendo la libertà o in subordine i domiciliari: «Il mio assistito abita con gli anziani genitori», ha precisato. Il giudice si esprimerà su questa richiesta.