Droga e rapine, 24 arresti: donna del boss come 'Imma di Gomorra'

Sequestrati beni mobili e immobili per più di 2 milioni. Oltre 30 perquisizioni: scoperta a Quarto Oggiaro officina bunker dove si collaudavano le armi

Guardia di finanza in azione

Guardia di finanza in azione

Pavia, 14 marzo 2018 - È scatttata alle prime luci dell'alba di oggi, una imponente operazione da parte degli uomini del Comando Provinciale di Pavia unitamente al personale dello SCICO - il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata - che ha consentito di smantellare un'associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti ed alle rapine operante sull'intero territorio nazionale. Dall'inchiesta, ribattezzata "Fumo & piombo", che ha portato a 24 arresti, al sequestro di beni per oltre due milioni di euro e anche di due tonnellate di stupefacenti, è emerso che in un'officina bunker di Quarto Oggiaro era stato ricavato persino "un poligono di tiro per il collaudo delle armi". Le indagini hanno ricostruito la struttura dell'organizzazione delineandone ruoli e compiti di capi e gregari e hanno anche consentito di scoprire come veniva ripulito il denaro ricavato dalla vendita della droga. Sono state sequestrate, infatti, le nove società attraverso le quali il denaro veniva riciclato, le auto e gli immobili residenziali acquistati con i proventi dei traffici illeciti. I reati contestati sono traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ricettazione, riciclaggio, detenzione di armi da guerra, tentata rapina, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. 

LA DONNA DEL BOSS - Una 24enne, destinataria dell'ordinanza cautelare, "assumendo la figura della 'donna del capo', ossia di un altro dei destinatari della misura,  verosimilmente" emulava la "figura di 'donna Imma', la moglie del boss della camorra 'Pietro Savastano' della nota serie tv 'Gomorra'". È  quanto emerge dall'ordinanza del gip di Milano Roberta Nunnari emessa nell'inchiesta del pm Maurizio Ascione. Nell'ordinanza, infatti, viene spiegato che uno dei destinatari della misura cautelare, 52enne milanese, nel dicembre 2015 era finito in carcere a Monza, ma nonostante ciò "teneva salda la formazione criminale - si legge negli atti - attraverso gli ordini che venivano recapitati ai sodali attraverso la compagna", anche lei milanese, 24 anni, "autorizzata ai colloqui in carcere". La donna, scrive il gip, riferiva i messaggi di Beccalli dettando, in maniera energica e risoluta, le linee guida da seguire in assenza del leader del gruppo, minacciando anche interventi di soppressione fisica nei confronti di qualsiasi elemento di contrapposizione".

L'OFFICINA-BUNKER - I presunti componenti dell'associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di stupefacenti e alle rapine avevano "una dotazione bellica pronta all'uso al fine di regolare i conti con creditori riottosi". Lo scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di 24 indagati. "Il gruppo - si legge nell'ordinanza - ha trovato il proprio snodo e centro logistico presso una carrozzeria di Bollate (...) sono stati per di piu' predisposti una serie di allestimenti diretti a trasformare la base operativa in un vero e proprio bunker ove i soggetti all'interno, attraverso il controllo di un articolato apparato di videosorveglianza, potevano rilevare, con congruo anticipo, ogni presenza esterna non riconosciuta e predisporre, in tempo, attività di contrapposizione".

L'INTERCETTAZIONE - Uno dei mercati a cui sarebbe stata destinata la droga era il quartiere di Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano. "Significativo" viene definito dal gip un passaggio di un'intercettazione che viene riportata nel provvedimento: "Quarto Oggiaro è  divisa a metà. Di là cisono loro...e di qua ci siamo noi e nessuno dalla parte di qua la tocca....Ragazzi, noi siamo dei mafiosi!"