Al San Matteo la tecnologia aiuta a curare le aritmie

Pavia, avviata l'attività della nuova Unità di elettrofisiologia ed elettrostimolazione dove si effettuano 800 interventi l'anno

La nuova Unità di elettrofisiologia

La nuova Unità di elettrofisiologia

Pavia, 20 aprile 2017 - "Oggi non esiste aritmia che non possa essere curata al San Matteo". Il direttore del dipartimento di Scienze Mediche e primario di Cardiologia Luigi Oltrona Visconti ha commentato così l'avvio dell'Unità di elettrofisiologia ed elettrostimolazione. Dopo due mesi di lavori costati 120mila euro e 600mila euro spesi per acquistare le nuove strumentazioni, al piano -2 del Dea si trova una nuova sala contigua alle altre 2 sale angiografiche della Cardiologia, che è dotata delle più moderne tecnologie per il trattamento interventistico delle aritmie cardiache.

L'équipe composta da 5 medici (Roberto Rodorf, Barbara Petracci, Alessandro Vicentini, Simone Savastano e Antonio Sanzo) effettua tra i 750 e gli 800 interventi l'anno su pazienti provenienti da tutta Italia che devono effettuare ablazioni, anche ad alta complessità, e l'impianto di pacemaker e defibrillatori. Interventi per i quali il San Matteo è sempre stato un punto di riferimento regionale e nazionale. Dopo il trasferimento della Cardiologia al Dea (il nuovo ospedale) avvenuto nel 2015, l'attività dell'Unità di Elettrofisiologia è stata svolta in una sala angiografica che andava divisa con l'équipe di Emodinamica e l'Unità scompenso cardiaco della Cardiologia. Da una decina di giorni è stata avviata l'attività di una nuova sala interamente dedicata all'Elettrofisiologia.

"Con la nuova sala e un'équipe di notevole valore - ha aggiunto il professor Ortona - contiamo di potenziare anche l'attività ambulatoriale arrivando ad avere fino a 500 pazienti l'anno". Più importante, invece, l'attività interventistica anche perché la fibrillazione atriale colpisce il 15% della popolazione con oltre 70 anni.   "Il nuovo apparecchio angiografico installato - ha spiegato Roberto Rordorf, responsabile della Struttura semplice di Elettrofisiologia -  è dotato di una tecnologia rotazionale, che permette una precisa ricostruzione dell'anatomia cardiaca del paziente, per meglio guidare gli interventi di trattamento delle aritmie cardiache".

Con monitor di grandi dimensioni e ad alta risoluzione, altri con i quali integrare le immagini angiografiche e tecnologie di ultima generazione per monitorare e ridurre l'esposizione radiologica del paziente. "E' importante ridurre l'esposizione radiologica - ha sottolineato  Gaetano De Ferrari, direttore dell’Unità Coronarica -: oggi nel corso della propria vita una persona può essere sottoposta anche a 7 angioplastiche, poi ci sono le ablazioni, le Tac, l'esposizione alle radiazione a lungo andare fa sentire i suoi effetti. Quindi è opportuno limitarla".