Morti nella vasca ad Arena Po, l'Anmil: "Lavoro agricolo, il più rischioso"

I numeri mostrano un'escalation allarmante

Walter Ferrari presidente di Anmil Pavia

Walter Ferrari presidente di Anmil Pavia

Arena Po (Pavia), 15 settembre 2019 - «Il caso delle quattro vittime conferma prepotentemente come il settore più a rischio negli ultimi 7 mesi sia l’agricoltura». Walter Ferrari, presidente di Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) di Pavia interviene così sulla tragedia di giovedì nell’allevamento di Arena Po. «Anche per noi – dice a nome dell’Anmil pavese – è stata una giornata di grave lutto per l’ennesimo incidente che allunga la lista dei morti sul lavoro di quest’anno, ferendo tutta la nostra categoria, che si stringe al dolore delle quattro famiglie che non vedranno tornare a casa i loro cari».

Insieme al dolore, però, la preoccupazione per numeri che mostrano un’escalation davvero allarmante: «Stando ai dati Inail di poche settimane fa – riporta Anmil di Pavia – la crescita dei morti nel lavoro agricolo segna addirittura un +39,3% nel confronto tra i primi 7 mesi del 2018 rispetto a quelli del 2019, +22 casi (da 56 a 78). Un dato ancora più preoccupante se si pensa che fino a poco tempo fa l’agricoltura aveva fatto registrare solo costanti e consistenti flessioni».

Un'inversione di tendenza che riguarda molto direttamente una provincia agricola come quella di Pavia, nella quale gli infortuni mortali denunciati all’Inail da gennaio a luglio erano già stati 5, rispetto ai 4 del 2018. E anche il totale degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail (sempre per il periodo da gennaio a luglio 2019) in provincia di Pavia sono cresciuti in un anno del 2,2% (in Lombardia la variazione in un anno è stata invece del -0,3%).

«Da qualche tempo si sta assistendo a una certa ripresa delle attività agricole – prosegue la nota di Anmil Pavia – che, secondo l’Osservatorio Nomisma, nell’ultimo anno hanno rilevato un aumento del 6% delle giornate lavorate. Ma è altrettanto noto che, in questo settore, permangono ancora ampie sacche di irregolarità per la presenza, in alcune zone molto diffusa, di fenomeni odiosi come il lavoro nero, lo sfruttamento e il caporalato, che rendono il duro lavoro nelle campagne ancora più precario e insicuro».

Caso che non riguarda l’incidente di Arena Po, dove a perdere la vita sono stati i 2 proprietari dell’allevamento e 2 dipendenti regolarmente assunti. Tutti stranieri (indiani Sikh), a tragica conferma dei dati sulla crescita dei decessi in agricoltura, che riguarda proprio lavoratori stranieri, sia comunitari (da 29 a 40) che extracomunitari (da 64 a 71), anche perché sono ormai quasi solo loro a fare i più duri lavori nelle campagne.

«Non è un caso – ribadisce Walter Ferrari – che i 4 lavoratori deceduti siano di origini indiane. Una situazione ormai intollerabile e indegna di un Paese civile. E siamo preoccupati dal Rapporto Inl sulle attività di vigilanza del primo semestre 2019: pur a fronte di un numero di ispezioni diminuito del 9% si è riscontrato un tasso di irregolarità nelle imprese controllate cresciuto del 3% (dal 69% al 72% dei casi)».