Pavia, anziana sola e fragile: i vicini di casa intervengono

L’Sos di un intero condominio ai Servizi sociali per l’82enne diabetica che vive tra dolci e farmaci scaduti

Carmen Silva, una delle firmatarie della segnalazione, nell’alloggio di viale Sardegna

Carmen Silva, una delle firmatarie della segnalazione, nell’alloggio di viale Sardegna

Pavia - ​Un intero condominio è preoccupato per le condizioni di una 82enne fragile che, dopo la morte del fratello, vive da sola in viale Sardegna. Mercoledì alcune vicine di casa hanno segnalato ai Servizi sociali la condizione dell’anziana, perché qualcuno intervenga. Ad allarmare il vicinato sono stati soprattutto gli ultimi episodi. La signora infatti domenica è stata costretta a ricorrere alle cure del Pronto soccorso per un malore. Colpa della sua abituale disattenzione nell’assumere farmaci, ma anche delle abitudini alimentari e di diversi altri fattori, a cominciare dal caldo.

Quando le vicine hanno sentito le urla provenire dall’appartamento, sono entrate e hanno trovato un enorme quantitativo di farmaci, alcuni anche scaduti, oltre a dolciumi che l’anziana, diabetica, non dovrebbe mangiare, e una cucina non riordinata. Subito le hanno buttato via i medicinali scaduti, i dolci, hanno rigovernato e, con sotto consiglio del medico del 118, hanno tenuto da parte la terapia per il giorno successivo. L’82enne è seguita da un’infermiera che era entrata in casa quando ancora era vivo il fratello di Paola, cieco, e ora si dovrebbe prendere cura anche della sorella.

Ma la professionista ha portato Paola a fare una passeggiata nelle ore più calde della giornata, contrariamente ai consigli che vengono ripetuti sui comportamenti da tenere. "Volevo salutarla prima di partire per le ferie", si è giustificata l’infermiera. E l’anziana lunedì sera, quando le vicine hanno bussato alla sua porta, ha fatto appena in tempo ad aprire prima di svenire. Di nuovo è stato necessario chiedere aiuto al 112. Al loro arrivo i sanitari hanno notato che le erano stati applicati due cerotti di nitroglicerina e aveva bevuto della birra.

Nella tasca del vestito aveva un oppioide con la dicitura "farmaco per uso ospedaliero", ma non c’erano il pigiama né i documenti per il ricovero, anche se in ospedale c’era stata di recente. "Ho personalmente seguito l’ambulanza che la trasportava – sottolinea Carmen Silva, una delle firmatarie della segnalazione – I medici del Pronto soccorso mi hanno detto che si sarebbero occupati loro della terapia, potevo portar via tutti i farmaci. Ho poi sentito telefonicamente sia l’infermiera sia un altro amico, il quale mi aveva garantito di sentire il medico di base perché prendesse accordi con i Servizi sociali per coordinare gli interventi. L’amico mi ha garantito che si sarebbe occupato personalmente di fare le chiamate, anche se il precipitare della situazione avrebbe fatto perdere loro l’appuntamento che avevano già preso in banca".

Ora l’82enne è da sola, con l’infermiera che segue il caso a distanza, e la preoccupazione delle vicine è notevole. "Non ha alcun piano terapeutico – aggiunge Carmen – Il suo medico di base sembra poco attento, ho chiamato più volte i Servizi sociali finché non mi sono presentata con un’altra vicina. Ora spero che prendano le misure del caso e che lo facciano urgentemente, senza costringerci a presentare un esposto. Lei continua a chiamarmi piangendo, dice che vuole morire e che devo chiamare la polizia. È una donna instabile che ha bisogno di aiuto".