Pavia, reporter ucciso in Ucraina: processo per il miliziano Markiv

Famiglia e giornalisti parti civili. Andrea Rocchelli era un freelance impegnato al fronte

Andrea Rocchelli

Andrea Rocchelli

Pavia, 18 maggio 2018 - Il soldato italoucraino accusato di aver ucciso il fotoreporter pavese Andrea Rocchelli è stato rinviato a giudizio. Vitaliy Markiv, 29 anni, non era presente all’udienza davanti al Gup di Pavia. Affronterà il dibattimento il 6 luglio in tribunale a Pavia.

La famiglia Rocchelli si è costituita parte civile così come la Federazione nazionale stampa italiana e l’Associazione lombarda dei giornalisti, rappresentate dall’avvocato Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano. Rocchelli il 20 maggio del 2014 è stato ucciso a 30 anni in un agguato a Slovjansk, in Ucraina, dove infuriava la guerra civile combattuta tra l’esercito ucraino e gli indipendentisti filorussi. Insieme al giornalista Andrei Mironov, anch’egli morto, stava documentando gli scontri. Faceva parte del collettivo Cesura ed era un fotoreporter freelance: «Andy e Andrei hanno dato la vita pur di raccontare cosa stava accadendo», hanno commentato il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, il segretario della Federazione Raffaele Lorusso e il presidente della Lombarda Paolo Perucchini. Pisapia ha sottolineato: «La costituzione di parte civile è importante perché ribadisce l’impegno del sindacato a tutela della libertà di stampa e del pluralismo, ma anche a difesa dell’incolumità dei giornalisti». Il legale di Markiv, Raffele Della Valle, sostiene l’innocenza del militare: «Davanti alla Corte d’Assise dimostreremo l’assoluta estraneità ai fatti del nostro assistito, che da un anno è in carcere».