San Cipriano, addio alle alluvioni: l’argine nuovo è andato in porto

Cinque anni dopo la prima delibera il cantiere sta per chiudere

I lavori di rifacimento dell'argine

I lavori di rifacimento dell'argine

San Cipriano Po (Pavia), 2 novembre 2017 - Giusto in tempo o quasi. Pur vero che, oggi come oggi, il grande fiume è di oltre 3 metri sotto il livello idrometrico abituale per l’autunno, ma anche l’ultimo Comune rivierasco al Po, San Cipriano, da quest’anno non avrà più l’incubo di una eventuale alluvione. L’ultima esondazione, in una borgata, frazione Coste, risale a due anni fa. Ancora più consistenti come danni ed estensione di territorio comunale allagata, le alluvioni del 1994 e del Duemila.

Cinque anni dopo la prima delibera e lo stanziamento dei fondi (5 milioni da parte di Regione e Aipo), il cantiere aperto nel novembre 2016 si avvia, come da cronoprogramma, alla conclusione. In totale si tratta di quattro chilometri dal confine con il Comune di Albaredo Arnaboldi fino al confine con Stradella e quasi allacciandosi all’argine di Portalbera, il primo ad essere costruito dopo l’alluvione di 17 anni fa. Fino alla fine del secolo scorso per i Comuni rivieraschi, da Arena a Portalbera e appunto San Cipriano Po, le piene del grande fiume erano motivo di grande preoccupazione e fonte di disagi e danni anche rilevanti. Se per Portalbera prima e San Cipriano, ora, la soluzione è consistita nella costruzione di un argine, ad Arena Po è stato realizzato un canale artificiale in cui convogliare le acque del fiume in caso di piena.

La mappa dei possibili rischi, però, non è a zero. Dal Po si sposta, ora, sui corsi d’acqua minori. Nel caso di San Cipriano Po, la garanzia che non ci saranno allagamenti consiste anche in due idrovore sul Rio Poggiolo e sul Rio Bedo mentre il Rio Levata è stato parzialmente deviato.