Alberto Fedele scomparso in Perù, cinquanta giorni di misteri sulle Ande

Pavia, il cooperante partito per un’escursione, è sttao inghiottito nella zona di una laguna a 4.800 metri. Ritrovato un corpo, ma le autorità: non sembra lui

L'ingegnere Alberto Fedele, scomparso il 4 luglio 2022

L'ingegnere Alberto Fedele, scomparso il 4 luglio 2022

Pavia -  Nessuna certezza , in un crescendo di timori e angoscia. Da 49 giorni Alberto Fedele, 30enne pavese, è scomparso, disperso durante un’escursione sulle Ande in Perù. E ieri è stata smentita, anche se ancora nell’attesa di riscontri ufficiali, l’ipotesi avanzata dalla stampa locale peruviana, che potesse essere del "turista italiano" il corpo trovato venerdì nel rio Vilcanota. Marco Chiesara, presidente di WeWorld, la Ong per la quale Alberto Fedele, di professione ingegnere gestionale, era impegnato dallo scorso aprile per il programma di volontariato Eu Aid in Perù (nella città di Abancay), ha infatti riferito che l’avvocata della famiglia ha smentito l’ipotesi: "Il corpo sarebbe di una persona di 15 anni".

Le certezze potranno arrivare dopo l’esame necroscopico, in programma per oggi, con le comparazioni dei Dna, ma già le dimensioni del corpo contrasterebbero con un’eventuale corrispondenza. Sarebbe infatti più piccolo del 30enne pavese il cadavere ritrovato dalla polizia peruviana del settore di Campanachayoc, del distretto di Lamay, nella provincia di Calca, nella regione di Cusco. Un corpo rinvenuto su un isolotto in mezzo al fiume, privo di documenti e anche di vestiti, in avanzato stato di decomposizione. Forse questo aveva fatto ipotizzare alla stampa locale peruviana che potesse essere la conclusione delle ricerche del pavese disperso dallo scorso 4 luglio.

Come aveva riferito una sua amica in Perù che aveva lanciato l’allarme il 6 luglio, non riuscendo più a contattarlo telefonicamente, Alberto Fedele era partito alle 5 del mattino da Urubamba per un’escursione nella laguna di Juchuyocha, a 4.800 metri di quota, zona impervia e senza copertura telefonica. Come riferito anche dagli amici del gruppo Cinghiali da trekking, il 30enne pavese era appassionato ed esperto di escursioni. Ma in Perù era da solo e ha affrontato una gita che aveva programmato per la sola giornata, con rientro previsto per le 19, senza l’attrezzatura per passare la notte fuori. Di lui si sono però perse le tracce e dopo l’allarme per la scomparsa erano scattate le ricerche, non solo della polizia ma anche di squadre specializzate che hanno battuto la zona per settimane. Martedì 12 luglio i soccorritori hanno trovato quelle che avevano ipotizzato essere delle sue possibili tracce vicino a Ocoruruyoc, proprio lungo il percorso da Urubamba verso la laguna che doveva essere la meta dell’escursione. Da Pavia il padre era partito per il Perù, rientrato solo di recente dopo più di un mese di ricerche senza esito.