Pavia, pomeriggio di paura: "Io, aggredita e palpeggiata"

La vittima 52enne: "Era un giovane che parlava spagnolo"

Momenti di terrore per Cristina  Dioli, 52 anni

Momenti di terrore per Cristina Dioli, 52 anni

Pavia, 24 aprile 2018 - «Adesso ho paura ad uscire di casa, anche in pieno giorno». Cristina Dioli, 52 anni, racconta quel che le è successo domenica pomeriggio appena uscita di casa, in Borgo Ticino: un giovane in bicicletta l’ha avvicinata con un pretesto e l’ha aggredita, palpeggiandola, allontanandosi poi dopo che lei si era divincolata e aveva raggiunto via dei Mille.

«Erano circa le 17 – racconta la donna – ed ero uscita di casa per andare nella farmacia di via dei Mille. Ero in via Magenta quando mi si è avvicinato questo ragazzo. Era in bicicletta. Mi ha chiesto se sapevo l’ora, ma io non gli ho dato molta retta, avevo capito subito che quella richiesta era sono un pretesto per avvicinarsi. Mi ha messo una mano sul seno, io gliel’ho subito levata, dicendogli di lasciarmi stare, ma lui continuava ad allungare le mani. Sono riuscita a divincolarmi e ho affrettato il passo per raggiungere via dei Mille: lì c’erano altre persone e così se ne è andato dall’altra parte, urlandomi degli insulti».

La descrizione dell’aggressore è molto precisa: «Era un ragazzo giovane – dice la vittima – con la carnagione olivastra, parlava con accento spagnolo: penso che fosse del sud o centro America». Dopo attimi di comprensibile agitazione, la donna ha denunciato l’accaduto. «Ho chiamato il 112 – conferma – e ho raccontato quello che mi era successo. Mi hanno detto cosa fare per formalizzare la denuncia. Non so se servirà a molto, ma ho ritenuto opportuno farlo, come ho ritenuto di raccontare l’accaduto anche su Facebook. Penso che sia giusto far sapere cosa succede per strada, a che livello di degrado siamo arrivati. Io ho reagito d’istinto, poi a mente fredda ho pensato al rischio che ho corso: e se avesse avuto un coltello? Se fosse riuscito a bloccarmi? Nella via non passava nessuno, non avrei saputo cosa fare». La sensazione di aver scampato un pericolo maggiore di quel che alla fine è accaduto non è molto tranquillizzante, anzi. «Ma siamo in Borgo Ticino o nel Bronx?» si chiede la vittima dell’aggressione. E allarga il discorso ad altri segnali preoccupanti di insicurezza: «Già di sera per strada non giro volentieri – aggiunge Cristina Dioli – perché in queste vie c’è poca illuminazione. C’è una sensazione evidente di degrado, preoccupante. Anche gli atti vandalici: appena messe le luci azzurre sotto il barcé alla rotatoria, subito le hanno distrutte. Per non parlare della sporcizia per strada».