A caccia delle microplastiche in fiumi, acque reflue e pioggia

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Il progetto è ambizioso: monitorare la presenza di microplastiche nell’ambiente e al tempo stesso cercare soluzioni tecnologiche per intercettarle e renderle innocue. Partirà martedì prossimo il progetto che vede la partership tra i Comuni di Vigevano, Pavia, Mortara e Cassolnovo, con la partecipazione tra gli altri di Anci, Cnr, Università di Pavia, Parco del Ticino, AlPo, Arpa, Ats, Ato Acque e Pavia Acque, "È un momento importante – dice l’assessore all’ambiente di Vigevano, Daniele Semplici – perché sta per prendere il via un percorso che si propone di segnare un vero cambiamento nel segno della tutela ambientale. Il progetto ha come obiettivo quello di monitorare la presenza delle microplastiche, tra le maggiori cause di inquinamento, in modo particolare nell’ambiente urbano e nel corso dei nostri fiumi e al sistema di collettamento delle acque reflue e meteoriche. Ci focalizzeremo anche sul depuratore".

I risultati che emergeranno dal monitoraggio consentiranno di avere un quadro costantemente aggiornato della situazione e della condizione complessiva degli impianti, in modo da poter intervenire in modo tempestivo con i necessari interventi per la limitazione dei livelli di inquinamento.

Le microplastiche sono i frammenti plastici che misurano meno di 5 millimetri di diametro e che, almeno dal punto di vista potenziale, hanno un impatto nocivo se immesse nell’ambiente, in particolare se entrano in qualche modo nella catena alimentare dell’uomo e degli animali. Proprio le ridottissime dimensioni rendono mobilissime le microplastiche soprattutto nelle acque e, se entrano nella catena alimentare umana, possono essere potenzialmente cancerogeni.

Sempre la microplastica sarà ricercata anche nei fanghi che vengono dispersi sui campi come fertilizzanti, un aspetto di particolare rilievo non solo perché l’area interessata è a forte connotazione agricola, ma anche perché la provincia di Pavia utilizza circa il 70% dei fanghi biologici smaltiti in tutta la regione. Il progetto prevede anche un impegno improntato alla soluzione della problematica con la creazione di una start-up che sviluppi le tecnologie per la separazione delle microplastiche dall’acqua. Il materiale, secondo alcuni studi recentissimi, può essere reimpiegato in edilizia per la creazione di elementi fonoassorbenti.

Umberto Zanichelli