Badia Pavese, 19 aprile 2014 - Ladri di carte d’identità in azione. Un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti, anche perché c’è il forte sospetto che questi furti, forse su commissione, possano avere collegamenti con la criminalità organizzata. I documenti in bianco, infatti, possono essere falsificati per mettere a segno truffe oppure, peggio ancora, per celare l’identità di soggetti clandestini o ricercati. L’ultimo caso risale all’altra notte a Badia Pavese, Comune di poco più di 400 abitanti al confine fra le province di Pavia, Piacenza e Lodi.

I soliti ignoti hanno agito di notte, indisturbati, per poi dileguarsi senza lasciare tracce, anche se i carabinieri di Chignolo Po e della Compagnia di Stradella stanno cercando indizi utili anche attraverso le telecamere di sorveglianza installate in zona. I ladri hanno prima forzato una porta di servizio del municipio, in via Roma, poi, all’interno, hanno scardinato con un flessibile il portellone della cassaforte, impossessandosi di una quarantina di identità in bianco e 50 euro in contanti.

Il furto è stato scoperto ieri mattina alla riapertura del municipio e denunciato dal sindaco di Badia Pavese, Damiano Cattacin. Meno di un mese fa analogo furto era stato compiuto in un altro municipio, sempre di un piccolo Comune (Genzone) e sempre nella Bassa Pavese. Quindi a poca distanza da Badia Pavese e ciò fa propendere per una banda di ladri che agisce in prevalenza in quest’area. Oltretutto c’è anche un altro precedente, in questo caso a febbraio, in un altro Comune del Pavese sempre relativamente vicino a Genzone, ovvero Vistarino dove i ladri, oltre a una modesta somma in denaro si erano impossessati di una decina di carte di identità in bianco.

A Genozone, però, il 19 marzo scorso i filmati della telecamera di sorveglianza avevano restituito immagini interessanti per l’inchiesta in corso, ritraendo tre giovani di corporatura robusta, di notte e in un paese di 300 anime, proprio nei pressi del municipio. L’eventuale comparazione con altre immagini e altri indizi (nel caso di Genzone i ladri erano stati infatti brevemente inseguiti dal sindaco del paese) sono al vaglio degli investigatori dell’Arma. Non ci sono però al momento conferme che possa essersi trattato sempre degli stessi ladri.