Voghera (Pavia), 8 ottobre 2013 - Riprende in tribunale a Pavia il processo a otto ex manager della ditta d’amianto Fibronit di Broni, accusati di disastro doloso e omicidio colposo. Con la chiusura del tribunale di Voghera il 13 settembre, le udienze sono state trasferite a Pavia. Ieri la prima seduta, tenuta dal presidente del tribunale Cesare Beretta insieme ai giudici Luigi Riganti e Raffaella Filoni. Si tratta della fase dibattimentale. Altri due ex dirigenti, Claudio Dal Pozzo e Giovanni Boccini, avevano scelto in sede di udienza preliminare di essere giudicati con il rito abbreviato: per loro il processo si è chiuso a luglio, con la condanna per entrambi a quattro anni di reclusione.

La modalità di giudizio scelta dai due imputati consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena, in caso di sentenza sfavorevole. E ieri i difensori di altri sette imputati hanno annunciato che presenteranno anche loro formale richiesta di rito abbreviato. Sono i legali di Maurizio Modena, Teodoro Manara, Michele Cardinale, Lorenzo Mo, Guglielma Capello, Domenico Salvino e Alvaro Galvani. La richiesta era già stata avanzata durante l’udienza preliminare, ma il giudice per l’udienza preliminare di Voghera l’aveva respinta. Potrebbero essere diverse le scelte di Dino Stringa, già condannato per il processo relativo allo stabilimento Fibronit di Bari. Ieri il suo legale Graziano Lissandrin ha sollevato l’eccezione riguardo alle condizioni di salute dell’ex dirigente - oggi 91enne - che gli precluderebbero la possibilità di assistere e partecipare attivamente al processo.

«Se la situazione di salute del mio assistito verrà confermata in seguito alla perizia medica, nei suoi confronti il processo potrebbe essere sospeso». Si sono costituite due nuove parti civili: privati cittadini che si sentono danneggiati dall’inquinamento prodotto nei decenni dalla fabbrica d’amianto di Broni. In tutto sono circa 250, comprese le associazioni e gli enti pubblici come la Regione e il Ministero dell’Ambiente. Presenti tra il pubblico anche gli esponenti dell’Associazione vittime amianto nazionale italiana (Avani) guidati da Silvio Mingrino, che hanno esposto striscioni fuori dal palazzo di giustizia. Gli imputati hanno chiesto di non essere ripresi e fotografati. E la scelta ha creato malcontento tra alcuni famigliari di vittime. L’udienza è stata rinviata al 18 ottobre, è già stata fissata anche la successiva, il 29 novembre.

di Nicoletta Pisanu