di Manuela Marziani

Pavia, 7 ottobre 2013 - Settimo posto tra i dieci atenei che impongono la tassazione più elevata d’Italia e un contributo richiesto agli studenti che è inferiore alla media nazionale per i meno abbienti, ma decisamente superiore per chi si trova in fascia massima. Secondo un’indagine di Federconsumatori la ‘palma’ dell’università più cara va a Milano, che impone rette medie minime di 748,50 euro, seguita da Padova, che per chi si colloca nella fascia più bassa prevede mediamente imposte di 722,77 euro annui, ma Pavia si colloca in posizione di alta classifica.

E sono gli atenei del Nord Italia a chiedere tasse più alte rispetto a quelli del Sud (in media del +28%). Anzi, considerando la media della prima fascia, sono le università del Centro Italia a imporre le tasse più basse. La media del Nord supera quella del Centro mediamente del 30% e di oltre il 42% con riferimento alla prima fascia.

A Pavia si va dai 493,97 euro pagati dagli studenti con un reddito fino a 10mila euro per gli iscritti sia a una facoltà scientifica che umanistica, ai 923,97 o ai 981,97 per chi denuncia un reddito di 20mila per arrivare a 1.375,97 (1496,97 per le facoltà scientifiche) se il reddito è di 30mila e ai 3.385,97 (3.780,97) se la fascia è quella massima.

Come mai questa differenza tra un ateneo e l’altro? «Il problema affonda le radici nell’autonomia universitaria che ha messo in competizione gli atenei sulla base delle tasse — dice il segretario dell’Unione degli universitari (Udu) di Pavia, Alessandro Lucia —. Noi invece proponiamo una tassazione unica, spostando la competizione sull’offerta formativa, la didattica, l’accesso al lavoro. In questo modo, infatti, accade che gli atenei più piccoli abbassano le tasse per avere più studenti. Vorremmo che le università fossero in grado di misurarsi sulla qualità».

«A Pavia non ci lamentiamo dei servizi, anche se siamo lontani dalla perfezione — aggiunge —. Non ci piace l’idea che si debba pagare per i servizi ricevuti. Dovrebbero essere offerti dai finanziamenti statali e mettere tutti sullo stesso piano. Il problema è che non si chiedono più soldi per la didattica. Si chiedono per altro. A Pavia, da quando è cambiato il sistema di tassazione, è più equo e chi ha di più paga di più. Noi crediamo che si dovrebbe abbassare il peso delle tasse su tutti aumentando i finanziamenti dello Stato. Così si avrebbero più studenti e più laureati».

manuela.marziani@ilgiorno.net