Pavia, 23 agosto 2013 - La sua rimozione doveva cominciare entro 60 giorni dal 1 giugno 2010, invece sono passati quasi tre anni ed è sempre al suo posto, anche se un’ordinanza firmata dal sindaco Alessandro Cattaneo imponeva alla Sic srl, proprietaria dell’area dell’ex Necchi di via Repubblica la bonifica del materiale contenente amianto. Allora era stato il crollo di una palazzina di quattro piani abbandonata a sollecitare una dura presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale, preoccupata soprattutto per la vicinanza tra l’area industriale dismessa e la questura, un luogo affollato.

Scaduti i termini dati dal primo cittadino per rimuovere il materiale potenzialmente pericoloso per salute pubblica, visto che nulla si muoveva, il dirigente del Settore Ecologia del Comune, Guido Corsato che ha anche presentato una denuncia alla Procura della Repubblica nella quale sottolineava come «gli interventi di bonifica, da eseguirsi secondo una sequenza temporale diversificata per ogni singola operazione, sarebbero da ultimarsi entro il 9 dicembre 2011, ad oggi però non risulta ancora realizzata nessuna delle attività previste. Infatti a seguito di sopralluoghi appositamente esperiti da personale tecnico il 18 novembre 2010 e il 30 novembre, si è riscontrato lo stato di totale inerzia della Sic Srl rispetto all’obbligo di bonifica dell’amianto presente sull’area». 


In primavera era stata pure la prefettura a chiedere conto della situazione e il Comune ha dovuto rispondere che «non risultano pervenute all’ufficio comunicazioni relative alla rimozione dell’amianto presente in sito». Ma adesso la questione potrebbe cambiare. «Con l’approvazione del piano di governo del territorio — ha spiegato l’assessore all’Ecologia, Fabrizio Fracassi — abbiamo dato la possibillità di mantenere una destinazione d’uso industriale per le aree dismesse. In questo modo i costi della bonifica si ridurrebbero».

E nei prossimi giorni se ne discuterà. «Convocherò la proprietà per capire come intende muoversi — ha aggiunto Fracassi — I nostri uffici hanno compiuto tutti i passi che dovevano compiere, adesso tocca alla Sic intervenire. Sappiamo che ha conferito ad Asm l’incarico di effettuare ulteriori indagini ambientali preliminari per la presenza di amianto e il campionamento di acque di falda e terreni. Ma, dalle analisi ora si deve passare ai fatti, perché i termini sono abbondantemente scaduti e la bonifica va effettuata». 

manuela.marziani@ilgiorno.net