Voghera, 28 marzo 2013 - Una stampella usata come arma contro quattro agenti di polizia penitenziaria, tre dei quali hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. E' accaduto l’altro pomeriggio all’interno della casa circondariale di Voghera e ora ci si interroga sulle politiche di “apertura” che l’intera Amministrazione penitenziaria sta seguendo.

«Quello che si è verificato a Voghera è senza dubbio un episodio isolato —  dice Gian Luigi Madonia, segretario regionale della Uil di categoria —  deve comunque far riflettere e, se occorre, far compiere qualche passo indietro. L'istituto sta vivendo un momento storico di sostanziale serenità, anche dal punto di vista lavorativo, con molti obiettivi raggiunti ed altrettante conquiste sindacali, ma non deve rimetterci il personale. Il responsabile dell’aggressione deve essere immediatamente trasferito e sottoposto a idonee misure di vigilanza, più restrittive».

L'episodio al quale il sindacalista si riferisce è quello che ha avuto per protagonista un detenuto comune di nazionalità italiana al rientro dall’infermeria. Dopo un’incomprensione con un medico specialista, si è scagliato contro alcuni agenti di polizia penitenziaria. Tre agenti sono stati trasportati al pronto soccorso con prognosi fino a 20 giorni. «E’ stato un fulmine al ciel sereno quello che si è abbattuto sull’istituto di Voghera — aggiunge Madonia — che, già da qualche tempo, aveva raggiunto equilibrio e serenità, soprattutto per la gestione detenuti. La direzione ha rivalorizzato i rapporti con il territorio e sono state potenziate le opportunità di trattamento per i detenuti. Una clima reso tangibile anche grazie all’apporto di tutti: polizia penitenziaria, personale civile, volontari». Nonostante gli organici limitati, perché mancano 40 persone all’organico.

«E con questi numeri l’istituto è prossimo all’ampliamento per l’apertura di un nuovo padiglione. Ma è anche preoccupante la scarsissima presenza di ispettori e sovrintendenti, figure fondamentali di raccordo tra vertici dell’istituto e personale  — conclude il sindacalista della Uil —  La carenza dei sottufficiali è di circa 25 unità. Come si può pensare di fare trattamento e garantire sicurezza senza almeno un adeguamento del personale? E’ utile che l’amministrazione penitenziaria avvii uno studio sulla destinazione d’uso del penitenziario di via Prati Nuovi che senza uomini sarebbe una struttura fuori legge e ad alto rischio».

di Manuela Marziani

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