Voghera, 25 ottobre 2012 - Colpo di scena al processo alla ditta Fibronit: gli imputati potrebbero chiedere di patteggiare. Sono accusati di disastro doloso e omicidio colposo dieci ex manager della fabbrica di Broni, che realizzava prodotti in amianto, materiale pericoloso per la salute. A inizio ottobre, il giudice aveva rigettato la richiesta degli avvocati della difesa, che puntavano a ottenere per gli imputati il rito abbreviato condizionato ad alcune perizie tecniche e scientifiche (usufruendo così in caso di condanna dello sconto automatico di un terzo della pena).

Ieri in udienza l’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti i 10 imputati. Mentre l’avvocato torinese Augusto Fierro, difensore del 70enne Michele Cardinale, ha spaccato il fronte delle difese manifestando alla corte il proposito di patteggiare 5 anni di carcere per il suo cliente.
I legali degli altri 9 imputati hanno quindi chiesto al Gup tempo per pensare a questa eventualità e consultarsi,
spiegando di non poter decidere al momento. Così, il giudice ha stabilito che eventuali istanze per chiedere i riti alternativi potranno essere formulate entro il 5 novembre.

 I sostituti procuratori Giovanni Benelli e Valentina Grosso valuteranno poi se accogliere le proposte, e girarle al giudice. Ora i difensori dovranno decidere uno per uno il da farsi. G ianfranco Ercolani, difensore del 73enne Giovanni Boccini, anticipa:: «Per il mio assistito propendo per una dichiarazione di innocenza ed estraneità ai fatti».

Presente in aula Silvio Mingrino dell’Associazione vittime amianto nazionale italiana: «Sono sorpreso — ha detto —. Spero che il giudice rigetti tutte le richieste e che gli imputati vengano rinviati a giudizio. Inoltre — ha aggiunto — voglio capire come mai la Cgil abbia operato in Italia a macchia di leopardo. Infatti, a Casale Monferrato nel 1987 non permise la riapertura della Eternit nonostante le rassicurazioni dei proprietari. Invece la Cgil di Broni ha continuato a far lavorare i dipendenti Fibronit fino alla messa al bando dell’amianto».

Ieri in aula erano presenti tre degli imputati, cioè Lorenzo Mo (67 anni), Giovanni Boccini (73 anni) e Domenico Salvino (69 anni). Quest’ultimo ha anche presentato al giudice una sua memoria orale. La prossima udienza è stata fissata per il 12 novembre.

di Nicoletta Pisanu