Portalbera, 17 dicembre 2011 - «Broni ha i polmoni malati e bisogna togliere il tumore dell’asbesto, non sotterrarlo». Così Silvio Mingrino, presidente dell’associazione Avani (associazione vittime amianto) boccia l’ipotesi di una discarica per l’amianto a Broni e punta invece su una soluzione ritenuta più efficace: un impianto di inertizzazione. «L’inertizzazione è un sistema di cottura del materiale fibroso che, stazionando dentro ad un tunnel ad una temperatura di 1200 gradi per 14/16 ore, diventa inerte e riutilizzabile – spiega Mingrino – e i tempi di realizzazione dovrebbero richiedere non più di 15 mesi».
L’ennesimo summit sull’amianto killer che fa di Broni, assieme a Casale Monferrato, il caso più eclatante in Italia, per numero di casi di asbestosi (tumore alla pleura), ha visto ieri la partecipazione anche dei consiglieri regionali Vittorio Pesato (Pdl) e Giuseppe Villani (Pd) oltre che di Pier Luigi Bruni, sindaco di Portalbera, Comune che ospita le iniziative dell’associazione Avani.
Dal professor Gino Volpato, chirurgo toracico, arriva un aggiornamento tutt’altro che rassicurante sull’evoluzione di casi di asbestosi: «Uno-due casi al giorno, in base alle ultime rilevazioni - ha detto - con il rischio che la previsione originaria di 50 nuovi casi all’anno, possa essere una sottostima». Non a caso, lo stesso Volpato, propone di attivare un centro di ricerca o di osservatorio permanente proprio a Broni: «I casi di tumore alla pleura sono rari altrove e straordinariamente frequenti qui. E da qui bisogna partire per fare ricerca». Sia Pesato che Villani hanno detto di appoggiare soluzioni alternative alle discariche.
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