Mortara, 15 dicembre 2011 - Un impianto che avrà una ampiezza di 600mila metri cubi e potrà ricevere 720mila tonnellate di amianto inertizzato. È questa la carta d’identità dell’impianto che sorgerà alla Cascina Gallona, nelle campagne di Ferrera Erbognone, del quale si è parlato ieri mattina a Palazzo Cambieri a Mortara.
Per l’occasione erano presenti i vertici del Clir, il consorzio lomellino che si occupa della raccolta dei rifiuti in 41 Comuni del territorio, che sta valutando la possibilità di diventare partner dell’operazione e i vertici dell’Acta, la società che realizzerà l’opera. Il Clir definirà entro un mese, al massimo, la propria posizione.
 

«L’ultima assemblea – spiega il presidente Federico Bertani – si è chiusa con il mandato a dieci sindaci che avranno il compito di raccogliere le opinioni di tutti i colleghi interessati che verranno poi discusse nella prossima riunione fissata per il 25 gennaio». Il fronte del no  è rappresentato oltre che dai Comuni di Ferrera (i cittadini con un referendum si sono dichiarati contrari al progetto) anche dalla vicina Sannazzaro, che ospita da anni una raffineria dell’Eni, Lomello e Candia. Giovanni Fazzini, medico e sindaco di Ferrera: «Di una cosa sono sicuro: l’amianto interrato non è in alcun modo pericoloso».

Per altro se il Clir decidesse di entrare attivamente nell’operazione, tutti i Comuni consorziati, che potrebbero conferire il cemento-amianto (oggi viene smaltito in Germania) a costo zero. E un risparmio si concretizzerebbe anche per i privati. Ma i dubbi della popolazione riguardano, oltre alla concentrazione di siti inquinanti nell’arco di pochi chilometri, la pericolosità dell’amianto. «Che tuttavia – osserva Paolo Mastropasqua, consulente ambientale – con queste modalità non presenterebbe alcun rischio». Rassicurazioni che non hanno convinto i residenti. L’amianto, secondo quanto invece sostiene la ditta, viene reso inerte al momento della rimozione e successivamente sigillato in appositi contenitori che verrebbero poi interrati