Pavia, 23 giugno 2011 - Tenevano d’occhio le famiglie aspettando che uscissero. Una sera a teatro, una cena o, meglio ancora, le vacanze invernali da passare nella casa in montagna. E, appena l’appartamento era libero, entravano in azione per svaligiarlo. Decine i “colpi” messi a segno nel capoluogo come a Torre d’Isola e Travacò Siccomario nel periodo che va dalla fine di dicembre a febbraio. Anche se avevano messo a segno un furto anche nel luglio 2010, un altro in novembre e sicuramente sarebbero stati pronti ad entrare in azione pure nelle prossime vacanze estive. Identico il modo con cui operavano.

 

Arrivavano sul posto con una Volkswagen Golf, preferibilmente tra il pomeriggio e la serata del giorno fissato per la “visita”, quando sapevano che gli appartamenti erano disabitati. Prendevano di mira gli alloggi al piano terra o al primo piano che potevano raggiungere agevolmente e, appena uscivano, con un trapano praticavano un foro nella persiana per far saltare la serratura e aprire le imposte. L’hanno fatto a Pavia in via Cadore, via Cerise, via Beltrami, via Andreoli, via Marangoni, via Ferrini, via Moro, via don Minzoni, via Cascina Spelta, viale Campari e poi nell’hinterland. Ora due albanesi di 35 e 30 anni, Simon Nikolli e Afrim Lama sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile. In realtà, per Nikolli, in Italia da diverso tempo e già noto alle forse dell’ordine per reati contro il patrimonio, le porte del carcere si erano aperte quattro mesi fa, quando al termine di una delicata indagine era stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, successivamente convalidato dal Gip Roberto Valli.

 

Allora si era detto che il 35 enne albanese aveva un “fiuto” particolare per gli oggetti d’antiquariato e i capi firmati. Refurtiva che con tutta probabilità non aveva prelevato da solo. Colpi, infatti, sarebbero stati eseguiti unicamente dal Nikolli, mentre altri sarebbero avvenuti in concorso con un complice, che però all’epoca non era stato trovato. Forse era rientrato in Albania per un periodo. L’altro giorno anche il secondo topo d’appartamento Afrim Lama, si è costituito ed è stato accompagnato in cella.

 

Nel frattempo, le indagini sono andate avanti e hanno portato gli uomini della Mobile ad attribuire altri colpi ai due albanesi. Sono stati gli stessi cittadini derubati a riconoscere tra la refurtiva recuperata alcuni oggetti che appartenevano a loro. Nell’abitazione di uno dei due poi sono stati recuperati gli arnesi da scasso che venivano utilizzati per compiere i furti e una pistola di tipo semiautomatico, calibro 7,65, con matricola abrasa e sette cartucce inserite nel caricatore.