Broni, 16 maggio 2011 - Aspettando la richiesta di rinvio a giudizio per il caso Fibronit, le associazioni
che lottano al fianco dei parenti delle vittime dell’amianto hanno ottenuto un primo risultato dalla Procura di Voghera. «Grazie alla nostra opposizione è stata revocata una richiesta di archiviazione» dicono soddisfatti Silvio Mingrino, presidente Avani (Associazione vittime amianto nazionale italiana) di Portalbera, e Aldo Guerrera,
presidente Ona (Osservatorio nazionale amianto) di Roma.

«Il Pm della Procura di Voghera—spiega la nota congiunta diramata ieri da Ona e Avani — aveva chiesto l’archiviazione del procedimento penale afferente il decesso di un dipendente della Fibronit per mesotelioma. La richiesta di archiviazione si fondava sull’errato presupposto che il Pm non potesse individuare chi fossero gli autori del reato, invece i medesimi risultano già indagati da anni dalla stessa Procura di Voghera. Il Gip aveva rigettato la richiesta».

Nel frattempo è venuta a mancare anche la moglie del dipendente deceduto, sempre per mesotelioma. «La figlia superstite — spiegano ancora le associazioni — con l’assistenza legale dell’avvocato Ezio Bonanni, ha presentato opposizione, chiedendo l’avocazione delle indagini alla Procura generale di Milano. Nel frattempo è
stato lo stesso Pm, Giovanni Benelli, a revocare la sua stessa richiesta di archiviazione».

Ora si attendono gli sviluppi giudiziari: la speranza delle associazioni è che questo caso, come tutti i decessi dei dipendenti dell’ex-Fibronit, dei famigliari ma anche degli abitanti della zona, vittime se non dell’esposizione sul lavoro, comunque dell’inquinamento ambientale, possano tutti confluire nel medesimo procedimento
penale a carico dei 10 indagati per i quali la Procura ha chiuso le indagini preliminari, per la seconda volta, lo scorso 31 gennaio.