Dall'allarme a Wuhan all'arrivo dei vaccini: cronistoria di un anno da incubo

A metà dicembre 2019 i primi malati in Cina. Il 21 febbraio 2020 il caso del paziente 1 di Codogno fa piombare l'Italia nella paura

Il mercato del pesce di Wuhan

Il mercato del pesce di Wuhan

Il mondo è cambiato a metà dicembre 2019, quando le autorità sanitarie di Wuhan, settima città di più grande della Cina e capoluogo della provincia di Hubei, riscontrarono i primi casi di pazienti colpiti da una misteriosa polmonite. I malati, nello specifico, erano tutti in qualche modo legati al locale mercato del pesce. Qualche giorno dopo, siamo al 31 dicembre, i vertici cinesi svelarono la presenza di un focolaio, che poi si sarebbe scoperto essere causato dal Sars-Cov-2. E' l'inizio della pandemia, l'inizio di un anno da incubo tra morti, ospedali al collasso, paura e confusione. Il virus è piompato in Italia il 30 gennaio 2020. L'attenzione era ancora tutta focalizzata sulla Cina, ma dall'ospedale Spallanzani di Roma arriva la notizia più temuta: una coppia di turisti cinesi è risultata positiva. A quel punto ecco le prime contromisure, con il governo italiano che ha immediatamente bloccato i voli da e per Pechino. Impossibile però arginare la diffusione del Covid

Il paziente 1 in Italia 

L'ospedale di Codogno
L'ospedale di Codogno

Il 21 febbraio 2020 viene individuato il primo caso italiano di infezione da coronavirus. Il 38enne Mattia Maestri è ricoverato all'ospedale di Codogno, nel Lodigiano. In poche ore i malati si moltiplicano. Una situazione fuori controllo, che spinge il governo a istituire la prima zona rossa nel Paese. Sigillati dieci Comuni della Bassa (Codogno, Castiglione d’Adda, Casale, San Fiorano, Bertonico, Fombio, Terranova dei Passerini, Somaglia, Maleo e Castelgerundo), circa 50mila cittadini, come misura di protezione per evitare il diffondersi del contagio. Ma ormai è troppo tardi, altri focolai si registrano in Veneto. Il 4 marzo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, firma il decreto per chiudere scuole e università. Il documento impone anche le porte chiuse negli eventi sportivi e restrizioni per cinema e teatri. Per tutti distanza di sicurezza di un metro, da evitare strette di mano e abbracci.

Il lockdown

Giuseppe Conte (Ansa)
Giuseppe Conte (Ansa)

Inizia così la stagione dei decreti. Il premier, nella notte tra il 7 e l'8 marzo, limita ulteriormente le possibilità di spostamento nei territori più colpiti dal contagio. La sera del 9, invece, tutta l'Italia diventa zona rossa. E' l'inizio del lockdown, con il divieto di spostarsi, di uscire di casa, di riunirsi, di vedere gli amici. Un paio di giorni dopo, l'Organizzazione mondiale della Sanità dichiara la pandemia: "Nelle ultime 2 settimane il numero dei Paesi fuori dalla Cina che sono stati colpiti dal coronavirus è triplicato". Anche molti Paesi europei decidono di seguire la strada tracciata dall'Italia e il 17 marzo l'Ue chiude le sue frontiere esterne.

Tutti in casa

I camion dell'esercito con le bare di Bergamo
I camion dell'esercito con le bare di Bergamo

Il 21 marzo il presidente Conte si rivolge agli italiani: "E' la crisi più difficile che il nostro Paese sta affrontando dal secondo Dopoguerra". Un discorso drammatico per annunciare le nuove misure restrittive stabilite dal governo: chiusura di tutte le attività produttive non essenziali. Restano aperti solo supermercati, farmacie e altri servizi indispensabili. Uno scenario che proroga dopo proroga andrà avanti fino al 3 maggio. Sono i giorni più difficili. Strade deserte e ospedali che faticano ad accogliere tutti i pazienti. La curva dei contagi schizza vertiginosamente verso l'alto e purtroppo anche la conta dei morti. Risalgono al 18 marzo le immagini che sconvolsero il mondo intero: i camion dell'Esercito che trasportano via da Bergamo le bare delle vittime nella provincia più funestata dalla prima ondata.

Spiragli di luce

Migration

Il 26 aprile il governo italiano fissa al 4 maggio l'inizio della cosiddetta "Fase 2". Torna in funzione la maggior parte delle attività produttive, mentre per i negozi la data X è il 18 maggio. Resta ovviamente l'obbligo per tutti i cittadini di indossare la mascherina e rispettare il distanziamento sociale, evitando gli assembramenti. Il 18 maggio, quindi, l'Italia si rimette in moto. Le strade tornano a popolarsi. Riaprono bar, ristoranti, negozi e ripartono pure le messe. Il 3 giugno stop anche al divieto di spostamento tra le regioni. Gli italiani sono così liberi di muoversi in tutto il Paese. L'estate rappresenta in pratica il ritorno alla normalità, alla vita di tutti i giorni.

Il ritorno a scuola

Il ritorno in classe a Bologna
Il ritorno in classe a Bologna

Il 14 settembre, dopo qualche polemica di troppo, gli studenti "salutano" la didattica a distanza e finalmente possono ricominciare a seguire le lezioni nelle classi. E' uno dei momenti più simbolici di un 2020 caratterizzato dall'incubo Covid.

La seconda ondata

Un locale a Palermo (ImagoE)
Un locale a Palermo (ImagoE)

La curva dei contagi torna a salire in Europa e dal 13 ottobre anche in Italia scattano le nuove misure restrittive. Stop alle feste e alle gite scolastiche. Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie possono lavorare fino alle 24 con servizio al tavolo e fino alle 21 in assenza di servizio al tavolo. Ma i casi non accennano a placarsi. Il virus è tornato a fare paura. Così il 18 ottobre Giuseppe Conte annuncia un Dpcm: linea dura contro la movida e regole ferree per bar e ristoranti. A palestre e piscine viene data una settimana di tempo per mettersi in regola con i protocolli. Le scuole rimangono aperte, ma con orari scaglionati per gli studenti. Il 26 ottobre, ecco il nuovo decreto. Saracinesche abbassate per palestre, piscine, teatri, cinema, impianti sciistici e sale giochi. Ristoranti, bar e gelaterie devono chiudere alle 18. Incrementata inoltre la didattica a distanza per le superiori.

Italia a colori e feste di Natale "blindate"

Mappa Italia a zone
Mappa Italia a zone

Il 6 novembre entra in vigore un sistema di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio. Le regioni sono in questo modo classificate in  "gialla", "arancione" e "rossa". Su tutto il territorio nazionale istituito il coprifuoco dalle 22 alle 5. Per contenere la diffusione del virus nel periodo di Natale, il 18 dicembre il governo decide per ulteriore giro di vite. L'Italia si divide tra zona rossa (il 24, 25, 26, 27, 31 dicembre e 1, 2, 3, 5, 6 gennaio) e zona arancione (28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio).

Il momento più atteso

Vaccine Day a Cremona
Vaccine Day a Cremona

Il 27 dicembre in tutta Italia, così come in Europa, si tiene "Vaccine day", l'avvio della campagna di vaccinazione anti Covid. Agli operatori sanitari vengono sommistrate le prime dosi del vaccino Pfizer-BioNTech. I primi a essere vaccinati sono una dottoressa, un'infermiera e un operatore sociosanitario all'ospedale Spallanzani di Roma.