Biciclette, i problemi in Asia frenano le consegne

Le aziende italiane alle prese con le conseguenze della pandemia su logistica e trasporti

Il settore conta 250 imprese medio-piccole

Il settore conta 250 imprese medio-piccole

Un volano involontario per il rilancio della domanda ma anche un ingombrante ostacolo per la produzione. Se da un lato le restrizioni da pandemia fanno vendere molte più biciclette che in epoca pre-covid, dall'altro determinano gravi difficoltà nel settore dei trasporti e della logistica che finiscono con rallentare fabbricazione e consegne ai negozi. I fornitori asiatici di componenti sono in ritardo con le spedizioni dei pezzi richiesti per soddisfare la domanda del mercato italiano, a ciò si aggiungono l'aumento dei costi per il trasporto via mare, la scarsa reperibilità di container e i ralllentamenti delle attività portuali. Così, nel pieno del boom della bicicletta sul mercato italiano  - almeno +20% sul 2019, con oltre 2 milioni di pezzi venduti secondo le prime stime - le aziende del settore si trovano a fronteggiare le conseguenze globali della pandemia di Covid-19 e dei mesi di stop che ha subito la produzione di parti e componentistica in Cina e nell’intero Far East. Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) sottolinea dunque l’impegno che il comparto sta mettendo nel soddisfare la crescente domanda di biciclette, malgrado le difficoltà”.

Un paradosso che interessa un tessuto produttivo fatto di eccellenze e brand prestigiosi: circa 250 imprese, in prevalenza PMI, che offrono in Italia occupazione a più di 12.000 addetti fra diretti e indiretti. Risulta fondamentale le aziende di settore chiarire che le cause di eventuali ritardi sono legati a "fattori esterni che l’industria delle due ruote a pedale sta fronteggiando, proprio in un momento di grande ampliamento della domanda e dell’interesse attorno alla bicicletta”. “Sul breve periodo – fa sapere l’associazione - questo si può ripercuotere sulla rete di vendita con possibili rallentamenti nelle consegne, ma è evidente che quanto sta succedendo apre a nuove sfide e a prospettive di sviluppo della produzione di componentistica direttamente sul suolo nazionale, dove si concentrano know-how e capacità”. Un orizzonte questo che, secondo Ancma  ha bisogno di un “sostegno sussidiario da parte del Governo con un intervento deciso sul costo del lavoro e con un supporto agli investimenti di un settore che è in fase di ulteriore crescita e che può creare ancora occupazione e valore per il Sistema Paese”.