SCURANI MARISA
In quello che dovrebbe essere un giorno di festa se n'è andata la mia mamma
Marisa Scurani
Ved. Arcelli
(vedova di Augusto, un amore durato mezzo secolo, fino alla dolorosa scomparsa di papà, or sono due anni). Non è stata una cosa improvvisa: quasi nove mesi di sofferenze, stenti, patemi (e doveva essere un intervento di "routine"....), piccole speranze, anche, ma poi, ricadute, "non dire" dei medici, certe espressioni sui loro visi, eufemismi pietosi, il corpo "espropriato" da continue TAC, punture, fleboclisi, alimentazione parenterale, antibiotici, catetere venoso centrale, e poi altre punture ormai ovunque ("sono stanca di essere guardata continuamente, non ne posso più": il pudore della mamma in quel "guardata"), domande cariche di sinistri presagi ("Lei è figlio unico?"), il senso della fine che, covato sin dall'inizio, si avvicina e ormai proietta la sua ombra; l'assordante silenzio degli "amici"...
Flash, istantanee di un calvario vissuto in silenzio, il cui peggioramento (questa volta definitivo) chiude la vicenda terrena, acuta e tribolata (fin dai primissimi anni, purtroppo) quant'altre poche, della donna più bella, dolce, ironica, amante della vita che la vita stessa potesse regalarmi, a me che sarò SEMPRE, SEMPRE, SEMPRE, mamma
Il tuo piccolo Emiliano
Bologna, 27 Dicembre 2012
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