Sentenza che fa scuola

Gli interessi economici dei proprietari di locali pubblici non possono essere tutelati a ogni costo

Brescia, 14 ottobre 2017 - Brescia: sentenza choc? No, sentenza quantomeno equa, che responsabilizza il Comune anche come «ente proprietario» delle strade dalle quali provengono gli intollerabili schiamazzi notturni e che deve ora adottare le misure più idonee a far cessare le eccessive immissioni e risarcire il danno. Due sono le norme invocate dai soggetti lesi e che il tribunale ha ritenuto violate: una, l’art. 844 c.c., che difende principalmente la proprietà e consente di inibire le immissioni lesive, così tutelando quantomeno per il futuro anche il valore commerciale degli immobili. L’altra è l’art. 2043 c.c., che, nel caso in questione, tutela il bene primario della salute. Sulla base della prima norma il giudice ha ordinato al Comune di far cessare le immissioni; sulla base della seconda lo ha condannato a risarcire il danno non patrimoniale. E attenzione: in materia di immissioni, la valutazione del superamento della «soglia di tollerabilità» può essere più bassa dei parametri fissati dalla legge, dovendo aver «riguardo alla condizione dei luoghi» da «contemperare con le esigenze della produzione». Un precedente pesante, questo, per città come Bologna, dove il caso bresciano potrebbe ‘fare scuola’ per i proprietari di immobili adiacenti alla nota zona di Piazza Verdi. La presenza e attività dei locali deve essere monitorata e regolamentata (nei casi di abuso con tolleranza zero). Meglio provvedere tardi che mai. Gli interessi economici dei proprietari di locali pubblici non possono essere tutelati a ogni costo. E, soprattutto, non facendone sopportare i costi ai cittadini.