Pesaro, 11 aprile 2012 - Dopo il Qatar e in attesa di Jerez, Valentino Rossi ha molto da pensarci su e siccome non sa farlo stando in poltrona, lo farà domenica prossima (prove libere da oggi e ufficiali da domani) sul circuito di Monza, guidando una Ferrari 458 preparata per lui da Kessel Racing nelle annuali Blancpain GT Endurance Series con in lizza 60 vetture e tanti famosi piloti. A tenere Valentino in contatto con la realtà della MotoGp sarà Alessio Salucci, cioè l’inseparabile «Uccio», che siederà al suo fianco. Intanto il «totofuturo» impazza: continuerà fino alla fine o lui e la Ducati si lasceranno prima? E’ la moto che non va o e lui che comincia a sentire l’usura, come dopo la gara del Qatar si è per la prima volta chiesto anche il grande Giacomo Agostini il quale si era finora detto certo che, prima o poi, «Vale» e la Ducati sarebbero esplosi in tutta la loro forza.

Fra l'altro, leggendo anche le ultime dichiarazioni di Valentino, si comincia a capire qualcosa di più sui suoi problemi di guida della rossa. E’ qualcosa che va a toccare proprio il nervo più profondo del gran talento di Valentino, una delle cui caratteristiche maggiori, è risaputo da tutti, sta nella frenata, staccata, ingresso in curva secondo la traiettoria migliore, percorrenza in gran velocità con l’orecchio a un palmo da terra, uscita in accelerazione e gas aperto con ancor la moto piegata. Ebbene tutto questo a Valentino non riesce più. O meglio, la monogomma attualmente in dotazione a tutti non glielo consente, perché (come ha detto in una recente intervista), con la moto piegata quella gomma ha meno grip ed aderenza per cui, invece di cominciare ad accelerare a metà curva, bisogna prima alzare la moto. Tutte cose «innaturali» per il modo di guida di Rossi, che fra l’altro fin dall’inizio aveva rilevato la difficoltà di «dominare» l’anteriore della Ducati proprio nell’ingresso delle curve: quello che prima era uno dei suoi punti di forza ora è diventato un momento critico delle sue gare. Dubbi di altra natura vengono sollevati da qualcun altro: non è che Valentino dopo il grave incidente alla gamba non ha più né voglia né spirito di tenere spalancata la manopola del gas al limite della staccata? Ma se così fosse, dicono altri, questo sarebbe chiaramente testimoniato e chiarito dalle telemetrie.

La verità è che dal Qatar è già passata quasi una settimana e si sono sentite solo parole e niente fatti. A questo punto, per scaramanzia, va citata la fosca previsione sui rischi del connubio Rossi - Ducati fatta nel 2010 dal presidente della Young & Rubicam Marco Lombardi: «Se l’accoppiata non funzionasse, in un attimo, da storia presente, Ducati e Valentino diventerebbero storia passata», finendo «per sembrare solo due adorabili vecchietti». Speriamo di cuore che «Vale» e la sua moto spazzino via tutto questo.

f. b.

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