Monza, 3 maggio 2012 - Il Pdl brianzolo non vuole perdere Monza e per chiudere la campagna di Andrea Mandelli si gioca la carta Berlusconi. L'ex premier in piazza Duomo arringa la folla a sostegno del candidato azzurro. E parte subito dal problema principale che attanaglia la politica italiana: l'antipolitica, la scarsa fiducia nei partiti. "Questo è il festival dell'antipolitica - dice - dobbiamo essere in grado di dimostrare il contrario con i risultati". 

"Gli italiani stanno votando malissimo - insiste Berlusconi - Grillo, Di Pietro, Vendola, Casini: poi ai due partiti principali rimane sì e no 30%. E quindi sono costretti ad associarsi a partiti piccoli che in Italia non hanno come obiettivo il bene comune ma il loro stesso bene politico. Il proprio e quello dei loro pochi elettori". A livello locale il Cavaliere ritiene che la ricetta sia Mandelli: "Abbiamo trovato sul territorio un candidato che garantirà efficienza. Onestà ed efficienza". "Conosco Andrea Mandelli da tempo, sarà capacissimo, lo ha già dimostrato sul lavoro. Adesso dalla trincea del lavoro ha deciso di impegnarsi per la sua città" ha continuato Berlusconi, spiegando che tra le priorità della città vi sono la viabilità, "ma la sicurezza prima di tutto".

"SOSTEGNO A MONTI FINO ALLE RIFORME ISTITUZIONALI" - Dal locale al nazionale, Berlusconi passa a discutere di questioni generali. Ha confermato il sostegno del Pdl al governo Monti fino all'approvazione delle riforme istituzionali, ma ha sottolineato che verrà meno di fronte a "provvedimenti non conformi agli interessi del Paese". E hai poi detto che si è trovato "d'accordo con la sinistra" su due punti della riforma istituzionale, ovvero che sia solo un ramo del Parlamento ad approvare le leggi e che il presidente del Consiglio possa nominare o revocare un ministro. "Così com'é il Paese non è governabile - aggiunge il Cavaliere -. 'O troviamo l'accordo con la sinistra, perché il presidente del Consiglio abbia gli stessi poteri degli altri premier, o l'Italia non si ammoderna".

CASO LEGA - L'ex presidente del Consiglio limita invece il distacco Pdl-Lega a un dissenso che "esisteva" sul sostegno al governo guidato da Mario Monti e sottolinea che "alcune ragioni fondate la Lega le aveva". E sulla ricandidatura di Bossi ha detto: "E' un problema interno alla Lega''. Rievoca anche lo spettro dei comunisti per sostenere Martelli: "Ai monzesi non si raccontano frottole, Monza ha bisogno di una persona e di una giunta capace. Fidatevi di me, - ha aggiunto - io ho salvato l'Italia dai comunisti, nel 1994, ma ci sono ancora in giro anche se hanno cambiato nome. E non sono meno pericolosi".
 

CONTESTAZIONI - Non sono mancate le contestazioni. All'arrivo in centro città Berlusconi è stato accolto da urla di incitamento "Silvio Silvio", a cui ha risposto con un "Andrea Andrea", e da un gruppo di manifestanti che invece si è preparato ad accogliere l'ex premier urlando "Fuori la mafia dallo stato", creando un botta e risposta lungo le vie del centro.