Monza, 21 giugno 2011 - E adesso i monzesi stanno ad aspettare. Chi l’ha visto in tv, chi l’ha sentito dire, ma in tanti ieri sapevano della scenetta avvenuta sul palco di Pontida: il sindaco Marco Mariani con la foto e le chiavi della Villa Reale in mano, in mezzo tra Umberto Bossi da una parte che aveva appena confermato di trasferire tre ministeri da Roma a Monza, e il ministro Roberto Calderoli dall’altra con già la targa ministeriale pronta da essere appesa.
Un annuncio plateale di fare di Monza il secondo centro politico per rappresentanze istituzionali dello Stato dopo Roma, accolto ieri in città con un certo scetticismo generale. Sembra ci sia ancora tanta retorica politica, e pochi progetti pratici: da buoni brianzoli, dopo le parole i monzesi attendo i fatti, ma nel frattempo se ne discute tra chi critica e chi apprezza.
«Perché no? – commenta Mauro Santinelli -. I ministeri porteranno lavoro. E poi piuttosto che tenere vuota la Villa Reale almeno la si usa per qualcosa. Poi, uno si potrebbe mettere in centro. Per esempio c’è l’ex caserma di piazza San Paolo abbandonata da anni: potrebbero finalmente sistemarla. Comunque, tutto quello che arriva da Roma è solo guadagnato, perché qui siamo già in braghe di tela».
Secondo Davide Novello nonostante non nasconda simpatie leghiste si tratta di «una boutade di Bossi da Pontida: i ministeri a Monza mi sembra solo un modo per fare pressing su Berlusconi». Ma immaginando comunque possibile il trasloco in città di 3 ministri «credo che a Monza abbiamo bisogno di altro. Soprattutto alla Villa Reale: sarebbe meglio valorizzarla e non metterci degli uffici».
Ne fa invece una questione di opportunità Giovanni Zizzi: «Bene se arriva qualcosa a Monza. Ma, più che alla Villa Reale, i ministeri bisognerebbe metterli in centro se si vuole fare qualcosa che aiuti l’economia della città. Mentre per quanto riguarda l’organizzazione dello Stato – aggiunge -, secondo me, non cambia nulla: a Roma o a Monza i costi della politica li paghiamo comunque noi».
Ma, oltre alle questioni monzesi, l’idea di mettere mano all’assetto istituzionale, fa anche emergere un sentimento di sfiducia nella politica: «Ho sentito che anche in altri Paesi europei ci sono sedi decentrate dei ministeri – dice Nuria Garuffi -, ma farlo in Italia fa più paura per i costi che potrebbe avere. Credo poi che prima di spostare i ministeri servirebbero altre cose allo Stato. Certo per Monza potrebbe significare un po’ di lavoro in più, ma in generale credo che sia invece un’operazione che porterà ad aumentare gli sprechi».
E pensa alle ripercussioni sul portafoglio anche Monica Arensi: «Se si realizzerà e assumeranno personale qui potrà essere un’occasione per la città e il territorio. Ma saranno solo tanti costi in più per tutti, se invece dovranno trasferire il personale dei ministeri da Roma. Ma, per ora, mi sembra solo un’operazione politica e poco pratica». E non manca chi è contrario in ogni caso.
«Spero che non portino i ministeri nella Villa Reale - Daniela De Marco -: sembra proprio che nella Villa ci vogliano fare di tutto tranne che usarla per attività artistiche e culturali. Comunque, ho l’impressione che sia solo una partita politica: Bossi doveva dire qualcosa a Pontida e ha annunciato lo spostamento al Nord dei ministeri. Ma a Monza servirebbero altre cose con tutti i problemi che ha, non certo i ministeri».
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