Cesano Maderno, 27 marzo 2014 - Ricorso al Tribunale del Riesame per la scarcerazione di madre e figlia indagate per l'omicidio del presunto marito e padre padrone. L'ha presentato l'avvocato Alessandro D'Addea, che difende Maria Rosa Saitta, 49 anni e la figlia Jessica di 24 anni, accusate di avere ucciso nell'appartamento familiare di via Pala Bianca a Cesano Maderno Salvatore Marsiglia, l'operaio disoccupato di 52 anni colpito da una quindicina di coltellate e da una trentina di martellate in seguito all'ennesima lite.

Le due donne sono ancora detenute nel carcere di Monza dopo la convalida dei fermi per concorso in omicidio volontario aggravato fatta dal gip monzese. Contro questa decisione ha deciso di ricorrere al Tribunale del Riesame di Milano il legale, che ha già discusso il ricorso davanti ai giudici della libertà e nei prossimi giorni si attende di sapere se a madre e figlia saranno concessi gli arresti domiciliari a casa di parenti.

L'abitazione in cui vivevano con il capofamiglia è ancora sotto sequestro e a disposizione dei carabinieri del Ris di Parma, chiamati dai colleghi della Compagnia di Desio per chiarire la dinamica dell'omicidio. Gli esperti in investigazioni scientifiche dovranno trovare elementi per confermare o smentire il racconto della tragedia fatto da madre e figlia, secondo cui Salvatore Marsiglia la sera del delitto aveva avuto una feroce discussione con la figlia Jessica e ha brandito una bottiglia di vetro contro la ragazza.

A quel punto sarebbe intervenuta la madre della giovane, che si sarebbe scagliata contro il marito con un coltello, mentre nel frattempo la figlia sarebbe scappata fuori casa, raggiungendo il garage da dove sostiene di avere preso il martello, tornando nell'appartamento a dare manforte alla madre contro il padre. Secondo l'autopsia l'uomo è morto per due coltellate al torace che gli hanno reciso l'aorta, mentre soltanto superficiali risultano le martellate.