Monza, 24 febbraio 2014 - Tutte condanne per Peppe o' Curt e la sua banda. Il giudice per le udienza preliminari del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci ha inflitto 9 condanne con il rito abbreviato da 14 anni e mezzo a 1 anno di reclusione, a cui si aggiungono 26 patteggiamenti da 4 anni e mezzo a 8 mesi di reclusione. La pena maggiore, quella a 14 anni e mezzo di reclusione, è andata a Giuseppe Esposito, ritenuto dagli inquirenti personaggio di spicco della Camorra napoletana dei Gionta - Mariano trapiantato a Monza, detenuto in carcere da quasi un anno dopo essere stato arrestato nel marzo scorso nell'operazione 'Briantenopea' insieme all'ex assessore monzese Pdl al Patrimonio e all'Ecologia Giovanni Antonicelli (che invece ha scelto insieme ad altre 18 persone il processo ordinario fissato per il 19 marzo) e da dicembre indagato anche di corruzione con Antonicelli per le tangenti sugli appalti per i rifiuti alla Sangalli. Gli imputati dovevano rispondere a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio e ad una serie di episodi di usura, estorsione, rapina, riciclaggio di denaro, spaccio di cocaina, furto, ricettazione, falsificazione di abbigliamento e spendita di banconote false.

Per gli accusati il sostituto procuratore monzese Salvatore Bellomo aveva chiesto condanne da 14 anni a 9 mesi di reclusione. Il giudice ha accolto in toto la tesi della pubblica accusa, assolvendo Giuseppe Esposito da una contestazione per rapina, ma di fatto condannandolo ad una pena maggiore di quella chiesta dal pm. Secondo l'accusa, Peppe o' Curt otteneva lavori nell'edilizia per le case comunali da Antonicelli e l'ex assessore in cambio otteneva dal boss gli appoggi elettorali con voti sicuri da parte degli uomini dell'organizzazione criminale. Ma Peppe o' Curt ha sempre respinto questa accusa e anche le altre più infamanti, ammettendo la clonazione delle carte di credito e la contraffazione dell'abbigliamento griffato, ma non le rapine, l'usura e le estorsioni e ha sostenuto che nel suo rapporto con l'ex assessore non ci fosse alcun voto di scambio ma solo di conoscenza e di lavoro.

di Stefania Totaro