Monza, 16 gennaio 2014 - Quando su La7 nel corso della trasmissione Piazzapulita, intervistato da Alessandro Sortino (il rosso, ex Iene), ha lanciato la sua proposta di «trasferire le residenze per anziani (Rsa) nell’Africa bianca, quella mediterranea, per diminuire l’enorme spesa regionale», lo studio televisivo è esploso in risatine e sguardi a metà fra l’allucinato e il compassionevole nei confronti dell’«imprenditore brianzolo che vuol deportare gli anziani in Africa». Ma Gian Luca Brambilla, vulcanico vicepresidente di Confcommercio Brianza, non ci sta. «Sono dichiarazioni che ho fatto, ci mancherebbe. Ma seguivano un discorso molto lungo e complesso... Sono state estrapolate e messe lì così... Pensi che Sortino è stato qui da me ben 6 ore di cui sono stati montati pochi minuti». Sì perché Brambilla quando parla ti travolge con un fiume di parole e di numeri circostanziati. Anche quando altre vicende (Brambilla è indagato dalla procura di Monza di appropriazione indebita per mezzo milione di euro e false fatturazioni in qualità di amministratore delegato della società «e.Agisco») suggerirebbero un profilo più defilato, non si sottrae: «A fine mese si deciderà sul rinvio a giudizio o sul proscioglimento. Ho presentato una memoria difensiva di 200 pagine. Sono sicuro che da lì si capisca la verità». Ma tornando alle Rsa precisa. «Io non voglio deportare nessun anziano. Ci mancherebbe. Ragionavo sul fatto che noi siamo indebitatissimi e che di soldi non ce ne sono».

«La spesa delle Regioni - dice - per le Rsa è elevatissima e con l’invecchiamento della popolazione sarà sempre più insostenibile». Sì perché l’idea delle Rsa nel Nord Africa non è, piaccia o non piaccia, così pellegrina. «Guardi che ci sono nazioni come la Germania che già lo fanno. Hanno strutture lì. E anche la Lombardia ha convenzioni con Rsa all’estero: Svizzera e Austria, ad esempio. Io dico che si potrebbe farlo anche nell’Africa bianca. Era una proposta che avevo già avanzato alcuni anni fa al Servizio famiglia della Regione Lombardia. Si cominciava a ragionarci ma poi lo scoppio della Primavera Araba ha bloccato tutto», spiega Brambilla che aggiunge: «Se lei va a visitare una Rsa capisce che quello che conta per gli ospiti sono le relazioni umane. In molti casi ci sono anziani che non hanno più parenti o non ricevono più visite da anni. Molti sono bloccati a letto o comunque non possono uscire dalla struttura. Per questi conta solo che l’infermiere sia bravo e umano. Cosa vuole che possa importare a queste persone se sono in Africa o in Brianza o da un’altra parte? E poi mica ce le si manda a forza, diamine. Potrebbero scegliere se restare in Italia o optare per le strutture in Africa che, a parità di standard di servizio, avrebbero costi 10 volte più bassi. Una retta di una Rsa al nord va da 2.500 a 4.500 euro al mese. E poi così si darebbe lavoro ai giovani africani ponendo anche un freno all’immigrazione».

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