di Alessandro Crisafulli

Muggiò, 26 luglio 2013 - In città, chi lo conosceva, lo ha sempre definito l’albergo «fantasma». Perché dentro quell’edificio squadrato su quattro piani, si sono ripetutamente affollati dubbi, interrogativi, ombre. Molto più numerosi degli utenti. Quindici anni di mistero, attorno a una struttura che si innalza sulla Monza-Saronno e fu costruita con i fondi dei Mondiali di Italia 90. Dalla prima chiusura nel 1997, quando fu trasformato in una casa di riposo abusiva, al recente sequestro, perchè riconducibile alle proprietà degli eredi di Salvatore Izzo. Attraverso l’ultima farsa: l’inaugurazione di domenica 7 luglio, con tanto di complessino e maxi buffet.

Una storia contorta, complessa, oscura. Sporca. La struttura, autorizzata come albergo, viene chiamata inizialmente Residence Armonia. In realtà la società proprietaria, gestita da un avvocato siciliano, la trasforma - senza tutte le necessarie autorizzazioni - in residenza per anziani. Il giochino viene presto scoperto e, nel ’97, scatta il blitz: all’interno, vigili, carabinieri, Asl trovano una trentina di anziani in condizioni precarie, accertando una serie di irregolarità.

Il Residence viene chiuso, ne nasce una battaglia legale. Si registra anche un tentativo, a vuoto, di trasformarlo in clinica e centro studi contro i disturbi alimentari come anoressia e bulimia. La società fallisce e l’edificio va in mano a un curatore fallimentare. Per diversi anni rimane chiuso, abbandonato. Fino a quando, un paio di anni fa, viene acquisito da un’altra società. Che decide di trasformarlo, questa volta davvero, in albergo. Viene chiamato Hotel Imperial: «Da questa posizione si raggiungono facilmente gli aeroporti di Linate e Orio al Serio, il centro di Milano e la nuova Fiera di Rho , l’autodromo di Monza, le città di Bergamo, Como, Lecco», si legge sul sito ufficiale ancora online, dove spiccano le immagini delle lussuose camere.

Domenica 7, viene fissato il taglio del nastro, «avevo persino ricevuto l’invito - racconta il sindaco Pietro Zanantoni - che ho subito consegnato alle forze dell’ordine, perché non erano a posto con le autorizzazioni. Siamo sempre stati molto attenti su quanto succedeva dentro quell’edificio e dopo l’inaugurazione abbiamo fatto controlli quotidiani: non ci risulta mai entrato nessuno». Le insegne sfavillanti sono state coperte, le bandiere colorate delle Nazioni che sventolavano, rimosse. Le ombre hanno di nuovo vinto le luci.