Milano, 29 maggio 2013 - Quattro ergastoli, una assoluzione (per Giuseppe Cosco) e lo ‘sconto di pena’ per il pentito Carmine Venturino che ha permesso di trovare i resti carbonizzati di Lea in un magazzino del quartiere San Fruttuoso a Monza. E’ questa la decisione dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano che hanno così parzialmente modificato la sentenza di primo grado nel processo per il sequestro e l’omicidio della testimone di giustizia calabrese, Lea Garofalo, uccisa a Milano il 24 novembre 2009. Confermati 4 dei 6 ergastoli in primo grado tra cui quello di Carlo Cosco, ex compagno e padre di Denise. Con la sua condanna, confermata anche quella del fratello Vito e Massimo Sabatino e Rosario Curcio, entrambi collaboratori della famiglia legata alla 'ndrangheta.

Confermato anche il risarcimento di 200mila euro da destinare proprio a Denise: la ragazza, che oggi ha 21 anni, era presente al momento della lettura del verdetto, coperta, come sempre, da un paravento.

Attraverso il suo legale, Vincenza Rando, Denise Garofalo, la figlia di Lea, ha manifestato l’intenzione di voler celebrare il funerale della madre a Milano. “L’impianto accusatorio ha tenuto - ha affermato il difensore - Denise è contenta che sia stato trovato il corpo della madre e ora vuole fare un funerale a Milano”.