Correzzana, 4 marzo 2013 - La fine del giallo sulla sorte dei 104 macachi importati un anno fa dalla Harlan, e stoccati nel capannone di Correzzana in attesa di finire vivisezionati nei laboratori di mezza Europa, è tutta in queste parole di Giorgio Riva, responsabile dell’Enpa di Monza: «Sono morti, purtroppo. Ne abbiamo la certezza assoluta. Sono stati trasferiti nottetempo nei centri italiani ed europei che praticano la sperimentazione sugli animali. Per loro non c’è più nulla da fare». Parole che spazzano via ogni residua speranza degli animalisti che si erano mobilitati per salvarli, scatenando a partire dal febbraio 2012 un’offensiva mediatica senza precedenti, fatta di manifestazioni, mega raccolte firme e proposte di legge per fermare il commercio delle scimmie.

L’ultima frontiera è proprio quella legislativa: le associazioni premono affinchè il nuovo Parlamento approvi una normativa per vietare l’allevamento di cani e primati destinati alla sperimentazione: «Quando passerà questa legge Harlan dovrà chiudere. Un successo parziale l’abbiamo comunque ottenuto, perché siamo riusciti a bloccare l’arrivo a Correzzana di altri 800 scimmie grazie anche all’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, che aveva convinto la multinazionale a rinunciare alle successive importazioni», aggiunge Riva che insieme a Susanna Chiesa del gruppo Freccia 45 sta per avviare una struttura per custodire i roditori scampati alla vivisezione. Si chiamerà “Rifugio No Harlan”. Tra un paio di mesi sarà operativo: «Ci servono però volontari disposti a spendere il loro tempo per animali considerati poco simpatici: potremo contare su una capienza immediata per 100 topi», spiega Chiesa. Parallelamente nella vicina Concorezzo proseguono i lavori per il canile dell’Enpa specializzato nel recupero dei cani da laboratorio. Sarà il primo in Italia: «Presto organizzeremo concerti ed eventi per raccogliere fondi a supporto dell’iniziativa», conclude Riva.

di Marco Dozio