Monza, 28 febbraio 2013 - Aria velenosa tre giorni su cinque. Per Monza «un poco invidiabile primato in fatto di inquinamento atmosferico - denuncia Atos Scandellari, presidente del circolo monzese di Legambiente -. E il Comune fa poco o niente per iniziare a risolvere questo problema». Dopo soli 54 giorni dall’inizio dell’anno, il capoluogo della Brianza ha superato per ben 35 giorni il limite delle concentrazioni di Pm10 consentito dall’Unione europea.

«Questo vuol dire che per la maggior parte abbiamo inalato aria irrespirabile, ma fortunatamente le condizioni metereologiche ci hanno dato una mano rispetto agli anni scorsi». Un dato che, analizza Scandellari, «purtroppo conferma come Monza e la sua Provincia siano sempre nelle prime posizioni tra i territori con i maggior livelli di concentrazioni di Pm10. In città l’inquinamento ha raggiunto il valore massimo di concentrazioni di polveri sottili, pari a 119 microgrammi per metrocubo, il 15 febbraio e ha superato i 63 microgrammi come valore medio».

Nel rapporto di Mal’Aria 2012, otto Comuni lombardi, in pianura, sono stati tra i primi 25 della classifica nazionale. Il primato è spettato a Cremona, con 118 sforamenti (terza in classifica generale). A seguire Brescia e Milano (entrambe al 6° posto con 106 giorni). Monza si è collocata decima in classifica generale, ma al 5° posto tra i Comuni lombardi con 96 giorni, subito dietro a Bergamo. «Se non si avviano progetti di ampio respiro per ridurre la mobilità automobilistica, cosa sarà per Monza a fine anno? - lancia l’allarme Legambiente -. Quello che ci fa rabbia è che il Comune di Monza ha gli strumenti per ridurre i livelli di inquinamento ma sembra non volerli mettere in pratica. Oltre ai progetti delle piste ciclabili, che stentano a realizzare, ci sono il Piano generale del traffico urbano che dovrebbe migliorare la fluidità della viabilità, e il Piano di zonizzazione acustica». Discorso a parte il potenziamento e la modernizzazione del trasporto pubblico locale:

«Proprio in un momento in cui Provincia e Comune litigano sui soldi e tagliano corse di pullman in città, si dovrebbe invece indirizzare le scelte politiche nella direzione opposta, ovvero investire in un servizio efficiente di bus e anche di navette. Certo, è vero che l’azione di un singolo non risolve il problema, ma ogni Amministrazione ha il dovere di fare la propria parte senza aspettare disposizioni superiori che tardano ad arrivare».
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