Desio, 3 marzo 2012 — «Il Comune di Monza non paga. L’ufficio ragioneria ha avuto disposizione di non liquidare nessuna fattura per via del patto di stabilità. Questa è stata la risposta dopo la milionesima telefonata e dopo l’ultimatum dell’avvocato e le minacce di intraprendere vie legali per la citazione in giudizio per danni economici, danni di immagine, danni morali».

E’ l’amaro sfogo dell’imprenditore Rosario Britti, che da un ventennio ha un‘impresa di costruzioni edili e si ritrova sull’orlo del fallimento perché nessuno paga i debiti. «Quello che più amareggia, è che in troppi siamo coinvolti in questa drammatica situazione e lo stupore è che è proprio un Comune come Monza a metterci in ginocchio. Abbiamo vinto una gara d’appalto su diretto invito per lavori nelle case comunali di Via Nievo al 5 e rifacimento recinzione esterna parcheggio case comunali di via Bramante da Urbino al 37 con un totale di spesa di 72.365,08 euro iva compresa. Ebbene: noi abbiamo pagato gli operai, le tasse, gli F24, i fornitori, ecc… ed ora veniamo a sapere che il Comune, ad oggi, sta ancora ultimando i pagamenti delle fatture dell’anno 2009».

Rosario Britti mostra il contratto d’appalto dove vi è scritto che i pagamenti saranno effettuati mediante emissione di mandati a centoventi giorni dalla data di ricevimento delle fatture.
«Io dico ‘vergogna!’; avete il coraggio di invitare imprese a gare d’appalto sapendo benissimo che poi non rispetterete le modalità di pagamento; ma dei vostri problemi con il patto di stabilità (seppur unicamente problemi vostri e non certo imputabili all’appaltatore) non viene menzionato niente nelle gare d’appalto. Tutto ciò viene volutamente tenuto nascosto a chi partecipa alle gare – affonda la lama l’imprenditore brianzolo -. Non rispettate la trasparenza e siete sleali. Se un qualsiasi appaltatore dovesse non rispettare anche un solo articolo di contratto, si incorre subito in penali, more o addirittura risoluzione del contratto con incameramento immediato da parte della polizza fideiussoria e, magari, anche revoca della certificazione SOA. Ma voi no. Ritardate i pagamenti come volete continuando a prendere in giro i creditori che hanno eseguito e terminato a regola d’arte i lavori per vostro conto. Perché di questo ormai si tratta: una vera e proprio presa in giro. Non siamo la vostra banca! Ma è quello che ci state facendo fare da tempo mettendoci veramente in grossissime difficoltà economiche».

di Sonia Ronconi