Vimercate, 30 ottobre 2011 - Gli agricolori della Brianza chiusi in una specie di riserva indiana. Messi in un angolo dall’avanzare dell’asfalto e del cemento.

Le 797 aziende della provincia lavorano 9.869 ettari di terra. Ne restano liberi solo 1.181 per piantare cereali e ortaggi, 800 in meno rispetto a 10 anni fa. Come se non bastasse, fanno notare dalla Coldiretti Lombardia, la Pedemontana e la Tem esterna sacrificheranno parte dei terreni coltivati. Spazi vitali. I dati dicono di un mondo agricolo in grande difficoltà. Anche per via della crisi economica.

I florovivaisti del Vimercatese, 90 aziende che danno lavoro a 250 persone, denunciano cali di fatturato superiori al 30 per cento negli ultimi due anni. «L’economia è ferma, avvertiamo anche noi la recessione», dice Nello Girardelli alla guida dell’azienda Girardelli di Agrate Brianza, uno dei big europei nella produzione degli aceri. E rischia la chiusura Antologia di Burago, il più grande vivaio italiano con 500mila metri di piante ornamentali e 69 dipendenti.

 

I dati di Coldiretti parlano chiaro. I produttori brianzoli erano 1.076 nel 2000, oggi se ne contano 279 in meno (797). Dieci anni fa coltivavano 10.690 ettari, ridotti a 9.869. Meno 7 per cento. Stessa storia per gli allevamenti. Erano 394 nel 2000, diventati 270 l’anno scorso (meno 124). Nelle stalle brianzole nel 2010 pascevano 9.764 mucche e 5.079 maiali. Dieci anni dopo si contano 7.375 bovini e 3.840 suini. Crescono i cavalli negli allevamenti (896 contro i 651 del 2010), «ma perché si tratta di un’attività dedicata al tempo libero e allo sport e non al mercato alimentare», fanno notare dalla Coldiretti.

 

Anche a Monza e Brianza, come nel resto della Lombardia, l’agricoltura è sempre meno familiare, e sempre più impresa. Calano e aumentano gli addetti esterni. «Questo - spiega Coldiretti - emerge dall’analisi dei dati provvisori dell’ultimo censimento Istat sull’occupazione nel settore agricolo in Lombardia, dove ci sono 132mila addetti». La dimensione media delle aziende brianzole è di 12,6 ettari, tre ettari in più rispetto al 2010. Ma siamo lontani dai 42,1 di Lodi, 19,3 di Mantova, 31,7 di Cremona, 26,1 di Pavia, i 27,8 di Milano. I valori più bassi si trovano a Lecco (6,2 ettari) e Varese (7,2 ettari).

La Coldiretti boccia il progetto della Tem, la nuova tangenziale esterna di Milano che collegherà l’A1 con l’A4 Milano-Venezia correndo per 32 chilometri da Agrate Brianza a Melegnano. Il problema è che il tracciato interessa quasi duecento famiglie di agricoltori. In Brianza la Tem preoccupa gli storici florovivaisti di Omate: «La strada passerà a meno di 300 metri dalla nostra sede, in mezzo ai nostri vivai», si lamenta Erminio Redaelli.

 

Carlo Greco, direttore della Coldiretti di Milano e Lodi, ha avvertito che «se il progetto rimane quello che ci hanno presentato l’impatto sul territorio sarà fortissimo: con campi tagliati in due e problemi per la gestione delle colture e per la sopravvivenza stessa delle aziende agricole». E anche la Pedemontana si mangerà i campi. «Perderemo più del 40 per cento dei terreni. Dovremo trovare nuove terre per le asparagiaie», mandano a dire da Mezzago, dove si produce il celebrato asparago rosa, che oggi occupa circa 12 ettari.